STEFANIA TOTARO
Cronaca

L’appuntamento al ristorante, la caparra intascata e la fuga. Ecco come agiva la banda che vendeva su Internet auto inesistenti

I colpi messi a segno fra il Monzese e la provincia di Bergamo. Nel maggio 2024 i primi arresti. Adesso in otto devono rispondere in tribunale a Monza di associazione a delinquere, truffa e sostituzione di persona

Le auto esistevano solo sulla carta, ovvero su Internet

Le auto esistevano solo sulla carta, ovvero su Internet

Vimercate (Monza Brianza), 16 Giugno 2025 – Mettevano in vendita auto online con l'unico fine di appropriarsi della caparra e poi sparire. Ora la banda di truffatori sgominata nel maggio 2024 dai carabinieri di Vimercate si è ritrovata al Tribunale di Monza all'udienza preliminare davanti alla giudice Angela Colella per rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, truffa, sostituzione di persona ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento.

I quattro colpiti da custodia cautelare, un 54enne e un 34enne domiciliati nei Comuni di Dalmine e Bergamo in carcere e ai domiciliari un 50enne e una donna di 49 anni, residenti rispettivamente a Burago di Molgora e a Capriate San Gervasio, sono già stati giudicati mentre ora è la volta degli otto che erano stati indagati a piede libero. 

La sentenza a dicembre  

Tra loro sei hanno chiesto il patteggiamento o il processo abbreviato, fissato a novembre. A dicembre la sentenza. Le indagini sono partite a novembre 2022 dalla denuncia del titolare di una carta PostePay e hanno fatto emergere gli accrediti di vittime di truffe online con la pubblicazione di finti annunci "esca" su note piattaforme virtuali dedicate alla compravendita di autoveicoli, corredati da foto e dettagli. Gli imputati, dopo aver incassato l’anticipo concordato, si rendevano irreperibili. 

Il tribunale di Monza, dove si terrà il processo nei confronti dei truffatori
Il tribunale di Monza, dove si terrà il processo nei confronti dei truffatori

Come agivano  

Scoperto il modus operandi dei truffatori, i militari hanno dato seguito a meticolosi approfondimenti investigativi dai quali è emersa l’esistenza di un vero e proprio sodalizio criminale i cui principali esponenti, individuati nei destinatari delle misure cautelari eseguite, si servivano di altri affiliati che ponevano a disposizione dell’organizzazione le carte di debito utilizzate per ricevere gli indebiti accrediti. Intascando poi a titolo di compenso per le prestazioni illecite una percentuale sulle operazioni fraudolente. 

Il ristorante d’appoggio 

Nel corso dell’attività di indagine i carabinieri hanno individuato in un noto locale di ristorazione di Agrate Brianza (i cui titolari e il relativo personale sono risultati del tutto ignari ed estranei alla vicenda) il luogo di incontro dei partecipanti al sodalizio, dove venivano concordate le fasi e le modalità di ciascuna truffa nonché la spartizione dei proventi.