STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

“Ti ammazzo, faccio parte della Locride in Calabria e tu finisci in una buca” non è un messaggio mafioso

Desio, alla sbarra un imputato un calabrese residente in Brianza: il processo si è chiuso con un ridimensionamento delle accuse derubricate a semplice “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”

I Ros impegnati in un'operazione anti-mafia

I Ros impegnati in un'operazione anti-mafia

Desio (Monza Brianza), 5 Febbraio 2025 – “Ti ammazzo, faccio parte della Locride in Calabria, tu finisci in una buca”. Ma per i giudici era esercizio arbitrario delle proprie ragioni, anche se con l'uso della violenza.

Le presunte minacce in stile mafioso, rivolte a sè e alla sua famiglia, ha raccontato di averle ricevute nel 2019 un 30enne, A.A., che lavorava in un istituto finanziario e che abitava a Desio, dopo essere incappato in un calabrese residente in Brianza che gli aveva noleggiato delle fotocopiatrici e che avrebbe finito per trascinarlo in una spirale di strozzinaggio per debiti non pagati, oltre che farlo licenziare per essersi prestato ad un giro illecito di anticipo di contanti su presentazione di fatture per cui è anche accusato a Milano di truffa e riciclaggio di denaro.

Il presunto responsabile, G.C., imputato per il reato di usura, estorsione e rapina a vario titolo con altri due brianzoli, L.D. e O.G., in un processo al Tribunale di Monza, ma i giudici hanno condannato i primi due a 4 mesi di reclusione con la pena sospesa solo per esercizio arbitrario delle proprie ragioni e hanno assolto il terzo da ogni accusa.

Al 30enne, che si è costituito parte civile al dibattimento, 500 euro di risarcimento dei danni. “G.C. l'ho conosciuto nel 2014 per il noleggio di macchine da ufficio quando avevo aperto una società, ma l'attività andava a rilento, non riuscivo più a pagare e lui continuava a farmi pressione - ha raccontato A.A. in aula -. Ero diventato un pupazzo, mi veniva sotto casa a citofonare, si presentava in ufficio, minacciava me e la mia famiglia".

Nel febbraio 2019 l'imputato sarebbe andato oltre le minacce. "Ero in auto e si è avvicinato L.D. e G.C. mi insultava e mi ha messo un braccio al collo, poi mi hanno picchiato".