
Desio, al via il processo. A un alunno avrebbe detto: "Ti mando all’ospedale dei bambini malati di mente"
"Ti mando all’ospedale dei bambini malati di mente". Questa una delle frasi, detta a un alunno di tre anni da A.G., una maestra ora 62enne della scuola materna Sacro Cuore di Desio chiamata a rispondere di maltrattamenti davanti al Tribunale di Monza. A riferirlo in aula la pedagogista e coordinatrice dell’istituto per l’infanzia ieri all’apertura del processo in cui si sono costituiti parti civili la Fondazione Opera Pia Sacro Cuore di Gesù presieduta da monsignor Mauro Barlassina, legale rappresentante della scuola, e una mezza dozzina di genitori a favore dei propri figlioletti. Nel 2022 A.G., storica insegnante dell’asilo, era stata licenziata dalla scuola, che aveva presentato una denuncia poi arrivata sul tavolo della Procura di Monza e diventata un rinvio a giudizio. I reati contestati alla maestra sarebbero iniziati nel 2020.
"Alcuni genitori avevano già fatto segnalazioni e chiesto incontri - ha ripercorso la coordinatrice -. Poi i resoconti sono peggiorati. La mamma di un bambino con difficoltà linguistiche importanti voleva avviare un percorso di logopedia, ma la maestra aveva detto che in classe non voleva nessuno e ci avrebbe pensato lei ad aiutarlo, facendogli di fatto perdere del tempo utile. I bambini venivano descritti come terrorizzati e succubi dell’ambiente che li circondava: piangevano disperati perché non volevano entrare in classe, apparivano molto disciplinati e silenziosi, non potevano muoversi, uscire dalla fila e salutarsi, alla mensa venivano sgridati se non mangiavano. Quando cambiavano le insegnanti di riferimento, ad esempio al centro estivo, i bambini andavano a scuola volentieri e con il sorriso". Ha poi aggiunto la coordinatrice: "Io l’ho sentita personalmente gridare contro una bambina autistica che cercava di avvicinarsi a dei disegni in tempera che stavano asciugando e l’ho vista allontanare dalla classe a mangiare un’altra bambina con l’insegnante di sostegno perché aveva fatto cadere un po’ di acqua. Un’altra bimba era stata percossa su braccia e mani e strattonata perché aveva accartocciato un tovagliolo nella brocca dell’acqua. E mi hanno riferito di un bambino colpito alla nuca perché non voleva mangiare. All’uscita i piccoli dovevano aspettare i genitori seduti con gambe e braccia incrociate e inchinarsi e dare la mano alla maestra prima di andarsene". Interrogata su questi comportamenti, A.G. avrebbe detto alla coordinatrice che "bisogna essere rigorosi con i bambini altrimenti li perdi, non mi piace quando prendono in giro gli adulti".
Dal canto suo, l’imputata parla di un metodo educativo soltanto un po’ più rigido e apprezzato da tutti gli altri genitori. La sua difesa ne convocherà alcuni al processo, ma nella prossima udienza fissata a ottobre sarà la volta di quelli che hanno denunciato.