
Emanuela Maccarani allenatrice dell’Accademia di ginnastica ritmica di Desio: il gip ha chiesto l’imputazione coatta
Desio, 12 marzo 2025 – “Cos’è, non respiri? È perché sei grassa... non riesci per il peso, non entri nel cerchio”. E ancora: “Sei un maiale... guarda che cosce”, “Sei una balena”. Oltre ai riferimenti all’aspetto fisico e gli insulti, anche le umiliazioni. “Fai schifo, metti in difficoltà la squadra, fai perdere le medaglie”. Anche tirando in ballo familiari e provenienza. “Tu hai solo capelli in testa, non so perché sei qui, non arriverai da nessuna parte, potrai fare solo la parrucchiera come tua madre”, “Sei una muratrice perché sei di Bergamo, solo quello sai fare”, “La tua famiglia è un po’ così e tu sei una figlia dei fiori”.
Solo la punta dell’iceberg delle condotte contestate all’allenatrice dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio, Emanuela Maccarani, e che hanno indotto la gip del tribunale di Monza Angela Colella a disporne l’imputazione coatta per maltrattamenti.
Una sola idea in testa
Ora la Procura di Monza, che ne aveva invece chiesto l’archiviazione, dovrà chiederne il rinvio a giudizio, valutando anche se aggiungere l’aggravante delle lesioni per le presunte ripercussioni avute dalle atlete. Per la giudice, Maccarani era “noncurante delle condizioni fisiche” delle ragazze, lei puntava “al risultato”. Nel 2021 quando Nina Corradini, durante un allenamento, si era fratturata le dita di una mano e le aveva mostrate alla coach, si era sentita rispondere che “cercava una scusa per non allenarsi” e l’aveva fatta proseguire nonostante “fosse grigia come una padella”.
Nel dicembre 2018 era toccato invece ad Anna Basta, che si era infortunata a un ginocchio ma aveva dovuto continuare ad allenarsi “contro le indicazioni del medico della squadra”.
“Mi ha detto ‘cosa vuoi essere sostituita?’ - ha detto agli inquirenti l’ex atleta -. Le ho risposto certo che no e ho proseguito, ma la sera avevo il ginocchio così infiammato che non riuscivo a camminare e mi è salita la febbre. Il medico mi ha accompagnata in ospedale, mi hanno detto che se avessi aspettato oltre avrei rischiato la trombosi. Il mio infortunio è stato attribuito al fatto che mi fossi abbuffata di pandori”.
Episodi da accertare
Oltre agli episodi nei confronti delle quattro parti offese, le indagini ne hanno fatto emergere altri anche riferiti ad atlete ritenute non ostili all’allenatrice. Ad Agnese D., rientrata in squadra dopo una miocardite, aveva fatto fare “il giro panche superando le pulsazioni cardiache consigliate”, mentre a Maria V. durante un allenamento a porte aperte “era uscito un ginocchio” ed era stata “lasciata sulla pedana e sostituita” perché la cosa importante era “far proseguire l’esibizione”.
Maccarani si è difesa parlando di “ragioni di risentimento” e di “ritorni economici e di visibilità” che starebbero dietro le denunce, ma secondo la gip queste testimonianze “presentano numerose corrispondenze con quelle di altre ginnaste”, non individuate come parti offese.