Le verità nascoste su Messina Denaro e l’architetto di Limbiate: il colloquio in Comune (come unico candidato) e i progetti milionari

Massimo Gentile sceglie come difensore l’ex pm antimafia Antonio Ingroia. L’avvocato: “Per ora nessun imbarazzo”. Oggi l’interrogatorio di garanzia

L'arresto di Massimo Messina Denaro e, a destra, Massimo Gentile (in una foto pubblicata del suo profilo Facebook)

L'arresto di Massimo Messina Denaro e, a destra, Massimo Gentile (in una foto pubblicata del suo profilo Facebook)

È in carcere. Accusato di associazione mafiosa per aver prestato l’identità a Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. Oggi l’architetto Massimo Gentile, 51 anni, arrestato mercoledì, insieme con altri due fiancheggiatori, sarà interrogato dal gip di Palermo Alfredo Montalto. Gentile è difeso dall’avvocato Antonio Ingroia. L’ex magistrato che in passato è stato in prima linea nella lotta alla mafia a Palermo, ha accettato comunque l’incarico: "Se gli elementi di prova mi dovessero convincere che ci sono responsabilità da parte dell’architetto Massimo Gentile qualche problema me lo farei, ma dalle prime notizie che mi hanno fornito i familiari con cui ho parlato, lui è in grado di spiegare la sua posizione". In ogni caso Ingroia ha "accettato la nomina con riserva. In questo momento sono all’estero, all’interrogatorio di Gentile andrà il co-difensore".

Fino all’arresto, Gentile ha avuto una carriera senza ostacoli. Nemmeno la sospensione dall’Ordine degli Architetti, datata 2016 e tutt’oggi valida, l’ha frenato. C’è voluta l’indagine dei carabinieri del Ros per smascherarlo. Da cinque anni era in servizio al Comune di Limbiate anche se da un paio d’anni si era trasferito a vivere nella vicina Solaro con la moglie e i tre figli piccoli. In municipio ci è entrato come geometra, evitando ogni approfondimento sulla qualifica di architetto.

La sua carriera era iniziata in provincia di Trapani, il regno del boss Messina Denaro, per approdare in Brianza. Dal liceo scientifico a Castelvetrano alla laurea in Architettura a Palermo, con l’inizio della professione nel 2001, con uno studio a Campobello di Mazara.

Poi il trasferimento a Milano e l’inizio della collaborazione con diverse imprese edili della Lombardia, nelle province di Varese e di Piacenza. Dopo un periodo in cui è tornato in Sicilia, l’1 marzo 2019 arriva l’assunzione a tempo indeterminato come istruttore tecnico del Comune di Limbiate. Quindi, nell’ottobre del 2021, la promozione a responsabile dei lavori pubblici. Qui, una lunga schiera di progetti gestiti, per svariati milioni di euro, messi tutti a curriculum.

Anche se "quanto sta emergendo in queste ore riguarda una brutta vicenda personale di un dipendente, ma non coinvolge in alcun modo il Comune di Limbiate", ha precisato il sindaco Antonio Romeo. Comunque anche la procura di Milano sta valutando approfondimenti: l’ordinanza, finita sul tavolo del procuratore di Milano Marcello Viola, è stata affidata per verifiche e accertamenti al secondo Dipartimento che si occupa di reati riguardanti la Pubblica amministrazione ed è guidato dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano.

Tra l’altro due mesi fa, la partecipazione a un concorso per diventare capo dell’area Lavori pubblici del Comune di Turate, con tanto di colloquio finale, da unico candidato, e il suo post su Facebook, “pronto per una nuova avventura!“.

Avventura, però, mai iniziata. "L’architetto ha partecipato a una selezione avviata per individuare un professionista al quale conferire l’incarico di Capo Area dei Lavori Pubblici – la nota del Comune del Comasco –. Il signore ha svolto il colloquio di idoneità all’assunzione dell’incarico in parola. Questa procedura di selezione, però, non si è mai tradotta nel conferimento dell’incarico in questione, come risulta dal fatto che non esiste, e non è mai esistito, alcun rapporto di lavoro di alcuna forma, né alcun incarico".