REDAZIONE MONZA BRIANZA

Le donne di tutt’Italia all’Autodromo: "Una curva dedicata alla prima pilota"

La richiesta della presidente delle 400 delegate Soroptimist riunite a Monza

La richiesta della presidente delle 400 delegate Soroptimist riunite a Monza

La richiesta della presidente delle 400 delegate Soroptimist riunite a Monza

Avrebbero desiderato condividere l’omaggio a Maria Antonietta Avanzo, donna controcorrente e “mamma“ dell’autodromo di Monza, alla cui costruzione diede la prima badilata, affiggendo una targa alla memoria della pilota. Lo hanno chiesto inviando una lettera all’Autodromo nei giorni scorsi.

Di fronte al silenzio del tempio della velocità, le oltre 400 soroptimiste arrivate da tutta Italia in Brianza per il Consiglio nazionale delle delegate Soroptimist, ora rilanciano.

"Puntiamo in alto: meglio intitolare una curva a Maria Antonietta Avanzo", afferma Adriana Macchi, la presidente nazionale di Sorpotimist International d’Italia, tirando le fila del convegno Donne e Sport che si è svolto ieri mattina proprio in Autodromo. Un omaggio simbolico, per una grande sportiva del passato, pilota in mezzo a un universo maschile, unica signora alla posa della prima pietra del circuito agli inizi degli anni Venti. "Il desiderio è che anche le donne dello sport abbiano riconoscimento e spazio. La strada è evidentemente ancora molto lunga da percorrere: per questo noi andiamo oltre le parole e sensazioni: ci basiamo – conferma Adriana Macchi – su dati e ricerche". In particolare quella della campionessa biolimpionica Antonella Bellutti che si è aggiudicata il bando premio - Bando di concorso Fondo XXVle - Soropmist International d’Italia alla vincitrice della ricerca “Donne nello sport. Analisi e da per una fotografia in un’ottica di genere”.

Sarà presentata a Roma il prossimo 9 ottobre: è stata svolta attraverso un questionario di 50 domande che indaga in cinque aree considerate dal Cio (comitato olimpico) importanti per analizzare le condizioni delle pari opportunità.

Bellutti ha rilanciato un tema: "Ho cercato di usare le mie due medaglie olimpiche sperando di cambiare il mondo, poi ho scoperto che non era così. Anzi lo sport è un ambiente dove c’è un pregiudizio positivo: parlare male dello sport non sta bene, soprattutto se lo fa qualcuno che vive in questo ambiente e sembra che non apprezzi. Ho sempre creduto che evidenziare fosse fondamentale per migliorare".

R.M.