
La donazione del Rotary Villa Reale: gli apparecchi permettono ai piccoli pazienti di giocare durante le cure
Monza – Un robot per (A)Miko in corsia. Il Rotary Club Villa Reale ha donato quattro mini robot, denominati Miko3, al Centro Maria Letizia Verga, la struttura nell’ambito dell’Irccs San Gerardo che si occupa di leucemie e tumori del sangue nei bambini. Gli apparecchi sono piaciuti subito ai bimbi dai 6 ai 9 anni e hanno stimolato la collaborazione immediata tra grandi e piccoli, con grande soddisfazione di medici ed educatori. L’idea è stata di Barbara Ferrari, past president da qualche giorno del Rotary Villa Reale, che ha realizzato il service nel suo anno di mandato presidenziale.
"La mia linea guida era di occuparmi dei giovani - spiega Ferrari - fra tecnologia e futuro. Quindi abbiamo attivato corsi di coding per le scuole primarie e incontri orientativi con i ragazzi delle medie. Volevo portare un arricchimento anche per ragazzi e bambini ricoverati al Centro Verga, ma in quel caso ogni giorno bisogna fare i conti con il procedere della malattia e i ritmi imposti dal percorso terapeutico. Quindi un corso di coding non avrebbe avuto un seguito costante. Perciò, visto casualmente il robot programmabile, ho deciso che era l’idea vincente".
Un socio del sodalizio monzese ha svolto una ricerca, scegliendo Miko3, il mini robot che funziona con intelligenza artificiale e quindi adatto per intrattenimento, per studiare storia e matematica, con appositi quiz e domande di logica. Si può programmare e si può impostare in diverse modalità linguistiche, per andare incontro all’utenza internazionale del Centro Verga. Testato con la lingua inglese, l’apparecchio ha subito dimostrato di parlare fluentemente con la voce di un bambino. Il timbro cambia a seconda delle applicazioni: per quelle più elementari ha una voce tarata sui 6 anni circa; si fa più matura con le applicazioni più complesse, rivolte ai grandi. Due sono stati offerti al Day-hospital ematologico e altri due al Residence Verga (ex Cascina Valera), dove sono alloggiati i bambini che vengono da lontano e hanno lunghi tempi di attesa tra una cura e l’altra.
Il progetto era stato prima illustrato al dottor Momcilo Jankovich (ematologo storico del Centro), detto anche Dottor Sorriso per i suoi contatti con musicisti e atleti che realizzano i sogni dei ragazzi ricoverati. Da esperto di ematologia, ma anche di bambini, Jankovich ha subito approvato il progetto. Detto fatto. Alla consegna in Day-hospital l’impatto è stato magico. Miko, tutto rosso e con i suoi occhioni grandi, ha conquistato i primi curiosi. A seguire altri piccoli, infastiditi dal caldo e dalle cure, hanno smesso di piangere, spostando l’interesse sul nuovo amico elettronico. Ed è stata subito festa.