
Una mattina di metà maggio, apparentemente come tante, ma con un’insolita concentrazione di divise, cartine topografiche, radio e droni tra...
Una mattina di metà maggio, apparentemente come tante, ma con un’insolita concentrazione di divise, cartine topografiche, radio e droni tra gli alberi del Parco di Monza. L’esercitazione organizzata ieri dalla Prefettura, con il supporto del Comune e del Comando provinciale dei vigili del fuoco - facente parte del programma di EmerLab on the Road 2025 -, ha trasformato la zona dell’Autodromo (nell’area del prato della Gerascia) in un campo operativo per la ricerca di persone scomparse. Un test ad alta tensione. Lo scenario ipotetico è stato quello di tre ragazzi minorenni che si danno appuntamento al Parco per un pomeriggio all’aria aperta. Uno di loro manda un selfie alla madre dicendo che dormirà da un amico. La mattina seguente, però, i genitori scoprono che non è mai arrivato e parte così l’allerta. "In questi casi – spiega Mario Stevanin, responsabile della protezione civile di Monza – si attiva il piano di emergenza per persone scomparse. Le ricerche sul campo vengono affidate ai vigili del fuoco, tramite l’unità Tas, specializzata in topografia applicata al soccorso. Noi della protezione civile forniamo supporto operativo, ma il primo interlocutore dei cittadini devono sempre essere le forze dell’ordine". Sessanta in tutto gli operatori coinvolti. Una cinquantina di volontari della protezione civile e della Croce Rossa di Monza, a cui si sono aggiunti i professionisti del Corpo dei vigili del fuoco. Insieme, hanno simulato l’intero iter: dalla denuncia di scomparsa al dispiegamento delle squadre di ricerca.
Ogni operatore è stato dotato di sistema di geolocalizzazione e ogni movimento registrato in tempo reale. Le unità specializzate della Tas hanno mappato il terreno, mentre altri nuclei – come i dronisti Sap o le squadre fluviali e Saf per le zone impervie – erano pronti a intervenire su richiesta. "La Tas non serve solo in caso di persone scomparse, ma anche per calamità naturali o disastri ambientali – spiegano i vigili del fuoco –. Gli operatori specializzati sono in grado di pianificare gli interventi di soccorso e di emergenza gestendo le unità locali di soccorso e seguendo la mappatura precisa delle aree di ricerca". Oltre a verificare le capacità operative, l’iniziativa ha avuto anche un forte valore formativo. "È un’occasione per i volontari – sottolineano gli organizzatori – per affinare le competenze e confrontarsi con le altre componenti del sistema".
Alessandro Salemi