DARIO CRIPPA
Cronaca

Il Questore se ne va: "Una città attenta. Ma deve svecchiarsi con luci e telecamere"

Salvatore Barilaro è stato chiamato a dirigere la sicurezza a Pisa "Mi mancherà il territorio, mi ha ben accolto. Ci sono alte professionalità. Mi spiace non aver trovato tempo di occuparmi di ’ndrangheta: qui c’è".

Salvatore Barilaro è stato chiamato a dirigere la sicurezza a Pisa "Mi mancherà il territorio, mi ha ben accolto. Ci sono alte professionalità. Mi spiace non aver trovato tempo di occuparmi di ’ndrangheta: qui c’è".

Salvatore Barilaro è stato chiamato a dirigere la sicurezza a Pisa "Mi mancherà il territorio, mi ha ben accolto. Ci sono alte professionalità. Mi spiace non aver trovato tempo di occuparmi di ’ndrangheta: qui c’è".

Il Questore gentiluomo. Salvatore Barilaro, prima di andarsene anzitempo (sarebbe dovuto accadere entro fine anno, ma gli è stato chiesto di anticipare a giugno per andare a dirigere la Questura di Pisa), saluta quella che per quasi due anni era diventata la sua città. "Monza mi mancherà, mi ha accolto benissimo, le sinergie istituzionali sono di alto livello e ci sono personalità qualificate nelle altre forze dell’ordine, lascio affetti e amicizie".

Parliamo di sicurezza, i giovani sembrano dare grattacapi, dai maranza ai baby pusher. "Un tasto delicato, possono essere potenziali vittime ma anche per così dire i moderni criminali, colpisce molto l’aspetto sociologico di questo problema. Abbiamo potenziato i servizi di sera e di notte, ho messo tanti agenti per strada, ma non è solo un problema di malamovida, il guaio è che ci sono tanti giovani che abusano di alcol e stupefacenti".

Punti dolenti? Che fare? "Si stava lavorando per rivedere il regolamento comunale che già vietava di portare per strada i contenitori di vetro, potenziali fonti di pericolo. Gli esercizi commerciali non possono continuare a vendere alcol in certi orari, in zone come quella attorno a via Bergamo ci sono locali minuscoli che vengono chupiti, bisogna intervenire: a determinati orari non si deve consentire di continuare a gozzovigliare per strada. Dopo la fine della scuola potenzieremo la nostra presenza per strada".

Come sta Monza? "Un territorio molto sensibile e attento, che sta cambiando e si sta milanesizzando, con un incremento di soggetti dediti a piccole rapine e spaccio. La città sta diventando anche sempre più piena di studenti e turisti e questo può nascondere un background negativo".

La stazione ferroviaria? "È la fortuna e insieme la sfortuna, perché ci sono sempre più potenziali criminali che arrivano da fuori. La nostra attenzione ha portato a un crollo dei reati in stazione, ma la città è molto buia e alla sera può fare paura. Ci vorrebbero poi accorgimenti particolari come i lettori di targhe, che consentono di monitorare le auto sospette in entrata e in uscita dalla città: in questo momento sono presenti a Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Muggiò, ma non a Monza… tanto che ci siamo sempre dovuti appoggiare a questi comuni con un buco però quando si entrava nel territorio di Monza".

I reati sono aumentati del 12%. "C’è stato un picco di furti in appartamento e di truffe, non solo agli anziani. Monza è considerata un po’ il Bengodi per alcuni criminali, le sue case nella maggior parte dei casi non sono attrezzate, non hanno sistemi di difesa passiva, ci sono troppe villette basse in cui si entra come in un barattolo di marmellata. Per certi versi, Monza è ancora una città ferma al passato, un miglior sistema di videosorveglianza consentirebbe di fare più arresti".

Torniamo ai giovani. Di recente ha fatto discutere l’ennesima rissa in via Bergamo. "In quel caso però in scena c’erano due gruppi che si sono affrontati. Gente che noi conosciamo bene, non si ci sfugge nulla, la pratica è in Procura. Esiste una sorta di schedatura di tutti i soggetti a rischio, conosciamo chi bivacca in centro. E bisogna dire che ci sono anche tanti ragazzi normali che si comportano bene, non sono tutti maranza".

C’è un disagio giovanile? "Non sempre questi ragazzi appartengono a famiglie difficili, anzi spesso a casa non ci sono particolari difficoltà, anche se evidentemente c’è un disagio".

C’è un problema ludopatia? "Tantissimi ragazzini ci stanno cadendo, i controlli nelle sale Vlt non bastano, tanti ragazzini giocano a casa con smartphone e computer. E ci sono tante famiglie che si stanno rovinando. Bisogna che i ragazzi comprendano che non si esce da soli da questo maledetto fenomeno, bisogna parlare e chiedere aiuto".

‘Ndrangheta? Arrivava da una forte esperienza i Calabria. E a Monza e in Brianza? "C’è senz’altro, lo dicono le sentenze dei processi. Ecco, questo è il mio unico rammarico, avrei voluto fare di più su questo fronte, me ne è mancato il tempo".