Monza, morte di Chetra Sponsiello: 7 anni e 4 mesi al pirata della strada

E' la pena inflitta per omicido stradale nel processo abbreviato a Filippo Di Benedetto, 35enne di Seregno, che travolse e uccise il giovane lecchese

Chetra Sponsiello

Chetra Sponsiello

Monza, 2 luglio 2020 - La gup del Tribunale di Monza Silvia Pansini ha condannato con il rito abbreviato a 7 anni e 4 mesi di reclusione Filippo Di Benedetto, 35 anni, di Seregno, accusato di essere stato alla guida dell'auto che la sera del 17 maggio scorso a Monza, ubriaco e senza patente, ha investito e ucciso Chetra Sponsiello. Il 22enne di origine cambogiana adottato da una coppia di Civate nel Lecchese, nuotatore provetto e molto attivo nel mondo del volontariato, era morto poche ore dopo in ospedale per le gravi lesioni subìte. Il 35enne è imputato per omicidio stradale aggravato, lesioni plurime, guida senza patente e in stato di ebbrezza alcolica, fuga e omissione di soccorso. Presenti al processo con un loro legale anche i genitori adottivi di Chetra, che però non si sono costituiti parti civili in quanto otterranno un risarcimento dei danni dalla società di assicurazione o presenteranno una apposita causa civile.

L’incidente era avvenuto sulla Valassina, all’altezza di Monza. Secondo quanto ricostruito dagli uomini della polizia stradale di Seregno, poco distante dall’imboccatura del tunnel sulla Ss 36, direzione Milano, un’Audi con a bordo una coppia di Desio era stata tamponata dalla Seat Ibiza di Chetra Sponsiello, che viaggiava insieme alla fidanzata ventenne. Un urto lieve, dopo il quale i due automobilisti erano scesi dalle rispettive vetture per controllare i danni. A quel punto alle loro spalle era sopraggiunta la Opel Corsa guidata dal 35enne di Seregno, che aveva colpito i due automobilisti: il primo era riuscito a scansarsi in tempo e aveva rimediato solo una ferita all’avambraccio, ma Chetra era stato travolto in pieno.

Il 35enne, che si era dato alla fuga dopo l'incidente, era stato rintracciato dagli uomini della polizia stradale e sottoposto all'alcol test, che aveva evidenziato un tasso alcolico nel sangue compreso fra 0.8 e 1,5 grammi per litro. Ma negava di essere stato lui alla guida dell'auto dell'amico. Contro il 35enne, che guidava l'auto di un amico in stato di ebbrezza e senza avere la patente, decisivo è stato il racconto di un testimone che ha confermato di averlo visto al volante prima di fuggire dopo l'investimento.