Ilaria Salis, il padre: “Voterà alle Europee? Non credo, folle la proposta di spostare la residenza in Ungheria”

Roberto Salis è tornato sul processo: “Un qualcosa che non è assolutamente accettabile in uno stato di diritto”. Nessuna data ufficiale riguardo la scarcerazione

Monza, 20 maggio 2024 – Ilaria Salis voterà alle Europee? “Non credo proprio”, ha detto Roberto Salis, padre dell’insegnante brianzola, detenuta da oltre un anno in Ungheria con l`accusa di aver aggredito due militanti di estrema destra, a margine di una conferenza di Avs in Campidoglio.

Roberto Salis e la figlia Ilaria, detenuta da oltre un anno in Ungheria perché accusata di aver aggredito due militanti neonazisti nel febbraio 2023: rischia fino a 24 anni di carcere
Roberto Salis e la figlia Ilaria, detenuta da oltre un anno in Ungheria perché accusata di aver aggredito due militanti neonazisti nel febbraio 2023: rischia fino a 24 anni di carcere

“Perché la proposta arrivata dal ministero dell’interno, tramite l’ambasciatore, non tiene conto delle condizioni di Ilaria – ha spiegato – Proporle di spostare la residenza in Ungheria (e quindi iscriversi all’Aire ndr), vuol dire non aver capito che Ilaria poi deve chiedere di poter trasferire i domiciliari in Italia. Se facesse quel passaggio perderebbe la possibilità di chiedere i domiciliari in Italia. Mi sembra folle che qualcuno proponga una soluzione di questo tipo”.

Poi, ha voluto tornare sul processo “ingiusto perché ci sono delle cose veramente che non si possono capire se uno non è lì, nell’aula del tribunale a vedere cosa sta succedendo. Ilaria è seduta nel banco degli imputati con a fianco il suo traduttore, con le caviglie legate, i polsi legati, una catena e una guardia che tiene il guinzaglio e questo va avanti per tutta l’udienza. Se l’udienza dura cinque ore lei sta in queste condizioni per cinque ore, oltre ovviamente alle due o tre ore per portarla dal carcere al tribunale e altrettanto per riportarla indietro”.

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“Il traduttore - ha proseguito Salis -, quando ha avuto le udienze col Gip a porte chiuse, dal febbraio 2023 fino a gennaio 2024, delle volte non sapeva l’italiano”, inoltre “il pubblico ministero parla a una velocità altissima per cui il traduttore non riesce a tradurre quello che sta dicendo e ovviamente Ilaria non capisce, cosa avviene”. “Immaginando che questa sia l’aula del tribunale, Ilaria - ha spiegato il padre - sta seduta qui e e dalla parte opposta c`è il giudice, a sinistra c`è il pubblico ministero, e il suo avvocato non è a fianco a lei, per cui non può dialogare con lui e scambiare delle informazioni ma sta a 15 metri e non ci può parlare”.

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Infine, "è un processo che è stato incardinato il 14 novembre del 2023 e i documenti essenziali per poter consentire all’imputato di capire realmente quali sono i capi d`accusa saranno disponibili un anno dopo, mentre probabilmente ci saranno già state quattro o cinque udienze”, ecco perché questo processo “è un qualcosa che non è assolutamente accettabile in uno stato di diritto”, ha sottolineato.

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Riguardo la scarcerazione di Ilaria, non c’è ancora una data ufficiale della scarcerazione? “Ancora non sappiamo nulla perché oggi in Ungheria è festa nazionale – ha detto ancora l’uomo -. Ilaria passerà ai domiciliari e verranno seguite le regole del Paese”. Il padre ha poi rimarcato che “sono stati già mandati i soldi per la cauzione”.