Ilaria Salis, il padre: “Il Governo per un anno non ha fatto niente, intervenuto solo dopo la campagna mediatica”

Roberto Salis ha commentato così le parole che il ministro Tajani ha detto a proposito del “lavoro silenzioso e senza polemiche” che avrebbe riportato in Italia Chico Forti

Roberto Salis e la figlia Ilaria, detenuta da oltre un anno in Ungheria perché accusata di aver aggredito due militanti neonazisti nel febbraio 2023: rischia fino a 24 anni di carcere

Roberto Salis e la figlia Ilaria, detenuta da oltre un anno in Ungheria perché accusata di aver aggredito due militanti neonazisti nel febbraio 2023: rischia fino a 24 anni di carcere

È un’altra dura critica al Governo quella mossa domenica 19 maggio da Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, l’insegnante monzese di 39 anni detenuta da oltre un anno nel carcere di Budapest in condizioni “disumane” con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti nel febbraio 2023, alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari in Ungheria. Al padre è stato chiesto di commentare quando detto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che parlando del ritorno in Italia di Chico Forti – condannato per omicidio negli Stati Uniti in un processo molto contestato – ha detto che il trasferimento è stato ottenuto “con un’azione di governo svolta in silenzio e a distanza da ogni polemica”. Roberto Salis ha replicato che “il Governo con noi ha avuto 11 mesi di profilo basso per fare tutto quello era necessario e non è successo nulle. Io sono portato a pensare che le condizioni di Ilaria siano iniziate a migliorare nel momento in cui c'è stata una campagna mediatica intorno a lei”. 

Riguardo agli arresti domiciliari, il padre dell’attivista, ha detto che “non sappiamo ancora la data. Stiamo aspettando l’espletamento della burocrazia relativa al trasferimento dei fondi. Il bonifico (della cauzione, ndr) è stato fatto e aspettiamo che arrivi il prima possibile”. La figlia, ha detto il padre, “è euforica ma anche un po’ stressata, perché sapere che puoi finalmente uscire ma senza sapere quando, crea un po’ di stress”. "Sembrava che la potessero mandare ai domiciliari già venerdì e addirittura le hanno portato via il cellulare che usa per comunicare”, ha spiegato, “poi però hanno capito che era stato deciso ma che era condizionato dall’arrivo dei fondi, per cui è tornato tutto indietro e le hanno dato un altro cellulare”.

Roberto Salis ha anche manifestato nuove preoccupazioni riguardo alla sicurezza della figlia. Una volta che sarà stata spostata ai domiciliari – ha detto – rimarrà poi il problema “gravissimo” della sicurezza e bisognerà “considerare anche quella di tutte le persone che stanno intorno a Ilaria e che dovranno andare al suo domicilio per assisterla e accudirla in tutte le sue necessità”.

Ai giornalisti che gli hanno chiesto se il trasferimento ai domiciliari possa influire sulla campagna elettorale – dato che Ilaria Salis è candidata alle elezioni europee col partito Alleanza Verdi Sinistra – Roberto Salis ha risposto “no” perché “tutte le persone che stanno accingendosi a votarla hanno capito perfettamente che comunque non è cambiato nulla. Il processo ingiusto è ancora in corso, Ilaria rischia fino a 24 anni di carcere e il passaggio ai domiciliari peggiora la situazione perché un giorno in carcere vale un giorno, un giorno ai domiciliari vale un quinto di un giorno”.