Ilaria Salis, il padre al Parlamento europeo: “Mia figlia detenuta in condizioni intollerabili, è un processo politico”

Roberto Salis ha incontrato a Strasburgo la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola: “Ilaria è demoralizzata e agitata per le interferenze del governo ungherese sulla magistratura”

Gli eurodeputati Massimiliano Smeriglio (a sinistra) e Brando Benifei (a destra) e Ilaria Salis all'udienza a Budapest di fine gennaio

Gli eurodeputati Massimiliano Smeriglio (a sinistra) e Brando Benifei (a destra) e Ilaria Salis all'udienza a Budapest di fine gennaio

“La situazione di mia figlia è diventata, strada facendo, sempre più un un processo politico”. Sono queste le dure parole pronunciate martedì pomeriggio al Parlamento europeo da Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, l’insegnante monzese di 39 anni detenuta da oltre un anno nel carcere di Budapest perché accusata di aver aggredito due militanti neonazisti l’11 febbraio 2023. E anche se le condizioni della donna sono “migliorate”, ha aggiunto, “qui in Italia non sarebbero possibili” e “sono assolutamente intollerabili”.

La manifestazione a Strasburgo

Roberto Salis ha incontrato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola a Strasburgo poco dopo che un gruppo di manifestanti – tra cui alcuni eurodeputati del Partito democratico, del Movimento 5 stelle, dei Verdi e di Azione – radunati all’estero dell’emiciclo ha protestato chiedendo che Ilaria Salis riceva nelle carceri ungheresi un trattamento adeguato agli standard europei. Sui cartelli esposti si leggevano scritte come “Rompete le Catene” e “L’Ungheria è in Europa”.

Il caso è salito agli onori delle cronache quando l’insegnante, a fine gennaio, era stata condotta a un’udienza coi ceppi ai piedi e trascinata con una catena da una guardia carceraria. Nelle settimane successive erano emersi poi particolare sulle durissime condizioni a cui era sottoposta nelle prigioni di Budapest.

L’incontro al Parlamento europeo

L’incontro tra Roberto Salis e la presidente Metsola è stato – ha raccontato l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio – “molto positivo, la presidente lo ha ascoltato con molta attenzione e apprensione e ha ribadito che per quanto di sua competenza continuerà a seguire questa vicenda”.

E in questa occasione che il padre ha detto: “La situazione di mia figlia è diventata, strada facendo, sempre più un un processo politico. Inizialmente doveva essere circoscritta ai fatti in sé, ma già nel momento in cui si è dipanata l’indagine istruttoria si è iniziato a vedere che c’erano delle condizioni molto particolari”.

“La sua detenzione – ha raccontato – inizialmente è stata estremamente dura con 35 giorni veramente al limite, o forse anche oltre il limite, della tortura. Ed è proseguita poi con l’indagine che ha portato a un atto di accusa che nella realtà operativa dei fatti è più grave rispetto alle indagini condotte dalla polizia. Quindi i capi d'accusa sono aumentati rispetto alle richieste della polizia”.

Accuse di interferenza 

Le affermazioni del padre di Ilaria secondo cui il processo della figlia è diventato un caso politico trovano conferma, tra l’altro, nelle recenti dichiarazioni che il ministro degli Esteri dell’Ungheria, Péter Szijjártó, ha fatto sul caso. A fine febbraio, dopo un incontro col ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, si era riferita a Ilaria Salis dicendo che “questa signora, presentata come una martire in Italia, è venuta in Ungheria con un piano chiaro per attaccare persone innocenti per le strade come parte di un’organizzazione di sinistra radicale. Spero sinceramente – aveva aggiunto con buona pace della presunzione d’innocenza – che questa signora riceva la meritata punizione in Ungheria”.

“Condizioni intollerabili”

Ilaria Salis, da qualche tempo è detenuta in condizioni leggermente migliori rispetto a prima, ma secondo il padre è piuttosto “agitata” e “demoralizzata” per le continue interferenze del governo ungherese sulla magistratura.

"Sicuramente ci saranno delle difficoltà diplomatiche – ha detto – ma devo dire che, fino a quando il caso è diventato mediatico, c'è stata probabilmente un'azione da parte del governo molto meno efficace di quello che che è successo invece dal 31 di gennaio in poi. Qualcosa è cambiato nel momento in cui ci sono state quelle immagini, che hanno cambiato un po’ le regole del gioco. Ci sono stati anche dei piccoli miglioramenti nella detenzione. Permane comunque un un sistema carcerario che ha delle carenze colossali: mia figlia deve stare chiusa in cella 23 ore al giorno”.

“Sono condizioni carcerarie che qui in Italia non sarebbero possibili – aggiunge – e che comunque sono assolutamente intollerabili. Per quanto riguarda invece la condizione di Ilaria, anche oggi l'abbiamo sentita. Ilaria è abbastanza agitata in questo periodo. Ci sono alcune cose che la lasciano molto perplessa, soprattutto le ultime uscite del governo ungherese sono state per lei veramente demoralizzanti. Queste interferenze sul potere giudiziario in Ungheria, fatte da persone che si lamentano che i giornalisti italiani stanno facendo pressione sulla magistratura ungherese, se non fossero reali, sarebbero soltanto ridicole”, conclude.