DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza si mobilita per Ilaria Salis: due petizioni per liberarla. L’amica: “È minuta, non può aver fatto del male fisico”

Da Morgan a Civati passando per magistrati e gli ex compagni del liceo Zucchi: in migliaia firmano per sollecitare un intervento del Governo per toglierla dalle carceri ungheresi. "Siamo preoccupati per le condizioni detentive in cui si trova"

Ilaria Salis, la 39enne monzese arrestata per terrorismo per aver manifestato contro un gruppo di neonazisti

Ilaria Salis, la 39enne monzese arrestata per terrorismo per aver manifestato contro un gruppo di neonazisti

MONZA – Da Morgan all’ex parlamentare Pd, Pippo Civati. E poi medici, ricercatori universitari, scienziati, psicologi, attori, docenti, magistrati, avvocati. La comunità del liceo classico Zucchi, cuore della città di Monza, ha deciso di mobilitarsi per Ilaria Salis.

Ha messo online una petizione per quella loro ex compagna finita nel gorgo delle carceri ungheresi. Diplomatasi col massimo dei voti proprio nel liceo classico della città, e detenuta in condizioni che i familiari hanno definito disumane da 11 mesi, è ancora in attesa di processo per aver manifestato contro un gruppo di neonazisti. E averne aggrediti (forse) due, dicono le accuse, cagionando ferite guaribili in 7 giorni. “Ilaria Salis, una di noi” è il nome del Gruppo. "Un gruppo eterogeneo di persone accomunate dall’appartenenza, in tempi diversi, alla comunità didattica, educativa e “politica” del Liceo Zucchi di Monza. Con Ilaria abbiamo condiviso spazi, pensieri, timori e slanci dell’età liceale, e come Ilaria tuttə abbiamo mosso i primi passi di una consapevolezza di cittadinanza attiva, di partecipazione e responsabilità civile, nelle aule di quella scuola.

Ilaria è una di noi. Come ex studenti del liceo Zucchi esprimiamo la nostra preoccupazione per le condizioni detentive cui si trova sottoposta, auspichiamo un suo pronto ritorno in Italia dove le garanzie dello stato di diritto saranno applicate giustamente anche a lei, e ci stringiamo solidarmente intorno alla famiglia Salis".

Da ieri sera le firme sono già diverse centinaia e in continua crescita. Intanto, ha raccolto quasi 20mila firme in 24 ore la petizione online lanciata pochi giorni fa su Change.org dal “Comitato Ilaria Salis libera” che chiede al Governo italiano e al Presidente della Commissione per i diritti umani del Parlamento Europeo di attivarsi per riportare in Italia la donna. Attualmente, Salis rischia 24 anni di carcere ed è rinchiusa "in condizioni incompatibili con uno Stato democratico e con le convenzioni internazionali sui diritti umani", affermano gli autori della petizione. L’arresto era avvenuto l’11 febbraio scorso in occasione della “Giornata dell’onore” in memoria della resistenza di gruppi hitleriani all’avanzata dell’Armata rossa nel corso della Seconda guerra mondiale.

A far partire la mobilitazione di Monza, un gruppo di ragazzi. Racconta l’ex compagna, Alice Pelosi: "Eravamo nella stessa sezione. Una persona aperta e sempre col sorriso, mi ha molto colpito pensare che sia finita in quest’incubo". Fatica a trattenere le lacrime Serena Psoroulas, ricercatrice di fisica all’università di Zurigo, gli acceleratori di particelle la sua specialità. "Eravamo in classe assieme, era bravissima… tanto che all’università prese una laurea in Lettere Classiche, con una specializzazione in storia. Ma poi si mise di nuovo a studiare nel campo dell’educazione e divenne maestra elementare". I ricordi scorrono veloci. "Eravamo anche vicine casa, ci frequentavamo parecchio, entrambe della classe 1983. Una persona forte, decisa, determinata, ma minuta: impossibile credere che possa aver fatto fisicamente male a qualcuno. È sempre stata decisa nelle sue idee. Lavorava come educatrice nei centri estivi accanto a giovani in difficoltà e in situazioni sociali critiche, ed è forse lì che è scattata la scintilla per impegnarsi di più". Qualche anno fa, l’esperienza al centro sociale Boccaccio a Monza. E poi il gorgo di quest’incubo.