STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Il processo sul mattone a Usmate. È l’ora delle richieste di condanna

Alla sbarra nel procedimento con rito abbreviato l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico Antonio Colombo. L’amministrazione è parte civile. A giudizio anche gli imprenditori Galdino e Donato Magni e Antonella Cantù.

Oggi le richieste di condanna nel processo sulla presunta corruzione urbanistica a Usmate Velate. In calendario a marzo ci sono altre due udienze

Oggi le richieste di condanna nel processo sulla presunta corruzione urbanistica a Usmate Velate. In calendario a marzo ci sono altre due udienze

Le richieste di condanna per l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico Antonio Colombo e per gli imprenditori Galdino e Donato Magni e Antonella Cantù. Le presenterà oggi all’udienza preliminare davanti alla giudice del tribunale di Monza Silvia Pansini, il pm della Procura di Monza Carlo Cinque per gli imputati della presunta corruzione urbanistica al Comune di Usmate Velate che hanno chiesto il processo abbreviato. Un rito alternativo, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, la cui richiesta da parte del funzionario Antonio Colombo ha cancellato il ruolo di responsabile civile del Comune chiesto dai promissari acquirenti degli appartamenti del cantiere sequestrato al coimputato costruttore Alberto Riva per avere un risarcimento dei danni per le abitazioni dove non possono entrare. L’amministrazione pubblica usmatese resta invece come parte civile nei confronti degli imputati e ha chiesto il pagamento di oltre 650mila euro.

Non hanno chiesto riti alternativi e intendono andare al dibattimento, se la giudice accoglierà la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura di Monza invece della loro richiesta di venire prosciolti dall’accusa di corruzione, gli imprenditori Alberto Riva e Luigi Roncalli, il “geometra di Berlusconi” Francesco Magnano, nei cui confronti il Tribunale del Riesame di Monza ha dissequestrato lo studio dopo il rinvio della Cassazione, nonché il consulente Roberto Crestale, che non era stato raggiunto da alcuna misura cautelare. Infine Annabella e Giovanni Beretta, rispettivamente compagna e cognato di Colombo, accusati di avere gestito le fatture presunte oggetto di corruzione attraverso la loro società, dovrebbero patteggiare la pena dopo aver versato un risarcimento del danno.

In calendario ci sono altre due udienze a marzo, previste il 14 e il 24, quando la giudice per le udienze preliminari potrebbe pronunciare le sentenze dei riti alternativi e gli eventuali rinvii a giudizio. In carcere a fine aprile scorso per l’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip monzese Angela Colella erano finiti il funzionario comunale Antonio Colombo e gli imprenditori Galdino Magni e Alberto Riva, mentre agli arresti domiciliari erano andati Francesco Magnano, gli altri imprenditori Antonella Cantù, Donato Magni e Luigi Roncalli e pure Annabella e Giovanni Beretta.

Con la conclusione delle indagini, il pm ha fatto alleggerire tutte le misure cautelari per gli indagati, compreso Colombo che dopo avere trascorso quasi 4 mesi in carcere aveva ottenuto gli arresti domiciliari. Nessuna misura cautelare ancora in corso anche per tutti gli altri, per ultimo l’immobiliarista Alberto Riva, che era tornato agli arresti domiciliari dopo la seconda ordinanza relativa proprio al cantiere sequestrato.