
Un’area sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito dell’indagine sulla corruzione urbanistica al Comune di Usmate Velate
Si è aperta ieri con le eccezioni preliminari l’udienza davanti alla giudice del Tribunale di Monza Silvia Pansini nei confronti dei 10 imputati coinvolti nell’inchiesta sulla presunta corruzione urbanistica al Comune di Usmate Velate.
Alcuni difensori si sono opposti alla costituzione di parte civile del Comune brianzolo, dove lavorava il funzionario responsabile dell’ufficio tecnico Antonio Colombo, almeno relativamente alla parte riguardante le società degli imprenditori imputati, i reati tributari per cui il Comune non viene ritenuto l’ente danneggiato e una variante edilizia contestata ma di fatto approvata dalla stessa amministrazione comunale. Nel mirino anche il fatto che tutte le società siano ancora in amministrazione giudiziaria, alcune anche a causa di presunte tangenti di valore ritenuto assolutamente sproporzionato rispetto al patrimonio societario, tanto che alcune rischiano o sono già state dichiarate in liquidazione. Come ad esempio lo studio Magnano del “geometra di Silvio Berlusconi“ Francesco Calogero Magnano. Il suo legale, l’avvocata Roberta Minotti, ha ottenuto dalla Corte di Cassazione l’annullamento dell’ordinanza del Tribunale del Riesame di Monza che ha confermato il sequestro delle società di Magnano disponendo che venga fissata un’udienza del Riesame bis in quanto i giudici monzesi non avrebbero ben spiegato perché tenere sotto i sigilli e in amministrazione giudiziaria le aziende quando ci sarebbe una enorme sproporzione tra le somme contestate come profitto del presunto reato corruttivo all’imputato e il loro fatturato complessivo.
Anche l’imprenditore Luigi Roncalli, difeso dall’avvocato Davide Steccanella, ha ottenuto lo stesso provvedimento dalla Cassazione ma ne attende ancora le motivazioni. Contro la costituzione di parte civile dei promissari acquirenti di 24 appartamenti in via Manara a Usmate Velate fatti sequestrare dalla Procura, che ritiene gli immobili realizzati illecitamente, si è invece pronunciato il pm monzese Carlo Cinque ritenendo che non possano vantare un danno diretto dal provvedimento giudiziario. L’unico imputato che non ha ricevuto misura cautelare, il consulente di Sirmione Roberto Crestale, ha chiesto infine la nullità della richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti per presunte irregolarità legate al suo interrogatorio dopo la conclusione delle indagini preliminari. La giudice si pronuncerà sulle eccezioni preliminari a metà gennaio, quando buona parte degli imputati chiederanno di essere ammessi a riti alternativi come processo abbreviato o patteggiamento. In carcere a fine aprile scorso per l’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip monzese Angela Colella erano finiti il funzionario comunale Antonio Colombo e gli imprenditori Galdino Magni e Alberto Riva, mentre agli arresti domiciliari erano andati Francesco Calogero Magnano, gli altri imprenditori Antonella Cantù, Donato Magni e Luigi Roncalli e pure Annabella e Giovanni Beretta, rispettivamente compagna e cognato di Colombo.
Questi ultimi due potrebbero decidere di concordare la pena con la Procura. I reati ipotizzati a vario titolo sono quelli di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, emissione di fatture per operazioni inesistenti e frode fiscale.