BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Il commando con la Batmobile Così la banda sradicava i bancomat

Un 70enne insieme a padre e figlio ha messo a segno colpi per 250mila euro: smascherati dai carabinieri. Dopo avere sfondato i vetri blindati con furgoni-ariete, usavano cavi d’acciaio per portare via le casse.

Il commando con la Batmobile  Così la banda sradicava i bancomat

Il commando con la Batmobile Così la banda sradicava i bancomat

di Barbara Calderola

Il regista era un 70enne emiliano trapiantato nell’hinterland, a Paderno Dugnano, capo indiscusso della banda del bancomat che in più di due anni ha progettato 12 colpi alle casse self-service di istituti bancari sparsi in quattro province: Brianza, Milano, Varese e Lecco. Ai suoi ordini, padre e figlio di origini campane, 57 e 32 anni, il primo residente a Rozzano, l’altro a Corsico. A segno cinque raid, più di 250mila euro il bottino, falliti invece altri sette che avrebbero fruttato un ulteriore tesoro di 330mila euro. Fatale per il trio, l’ultimo assalto a Caronno Pertusella, dove alla fine di un’indagine certosina, il commando ha trovato sulla propria strada i carabinieri di Vimercate guidati dal maggiore Mario Amengoni e sopra la testa l’elicottero dell’Arma a proteggerne la cattura in flagrante.

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La banda aveva messo a punto un piano che si ripeteva, puntuale, ogni volta, stessi dettagli, ma non è stato facile per gli investigatori rimettere insieme i pezzi. Individuato l’obiettivo per prima cosa i complici rubavano un furgone, custodito a Pero, che allestivano come una Batmobile, mascherandolo con teli neri. Una nota creativa che non è sfuggita agli inquirenti. Ma erano le modifiche interne degne di un ingegnere a rendere il cabinato adatto allo scopo: il cassone veniva armato con una lunga barra di ferro, un vero e proprio ariete, che serviva a sfondare le vetrate blindate, e un braccio meccanico al quale fissare i cavi d’acciaio per sradicare le casse bancomat, poi, il tocco finale, il make-up da cartone animato per camuffare le targhe. L’inchiesta è scattata dopo i primi due episodi, un anno fa: il debutto a Cavenago, riuscito, aveva fruttato 65mila euro, il secondo, saltato, ad Agrate, si era chiuso con il denaro salvo: 29mila euro. La ricostruzione dei movimenti dei responsabili grazie alle immagini delle telecamere ha permesso ai militari di seguire in diretta i preparativi per l’ultimo blitz, nel Varesotto, e di cogliere gli autori sul fatto, dopo che avevano ‘prelevato’ il bancomat che conteneva 42mila euro. Le modalità dell’azione e alcuni particolati hanno permesso agli investigatori di accertare che i tre erano protagonisti di altri 9 furti consumati fra maggio 2021 e ottobre 2022 in un territorio ampio: due a Nova Milanese, uno a Carnate e un altro a Muggiò, dove erano stati portai via in successione 50mila, 17mila, 33mila e 120mila euro. Mentre i colpi sfumati erano andati in scena a Bollate, Bussero, Arese, Parabiago, Calco. La Procura di Monza che coordina le indagini ha disposto il trasferimento in carcere per tutti, misura cautelare in attesa del processo. I tre sono stai separati, uno è a Busto Arsizio, l’altro a Opera e il terzo a Pavia. Per loro l’accusa è di furto in concorso, tentato furto e riciclaggio di veicoli.