
Tra i beneficiari, la dipendente costretta ad assumere obblighi dal marito violento
Dall’imprenditore caduto in disgrazia il cui unico reddito era diventato quello di cittadinanza, alla dipendente pubblica che ha dimostrato di essersi indebitata per prestare le garanzie all’ex coniuge violento, oppure a causa di divorzio in cui l’ex coniuge non ha mai pagato l’assegno di mantenimento per i figli.
Ma c’è anche chi si è visto cancellare oltre 300mila euro di debiti, l’imprenditrice a cui i giudici hanno ridotto del 73% la cifra dovuta all’Agenzia delle Entrate e l’operaia che ha potuto azzerare 44mila euro di debiti con le finanziarie. Queste le storie di alcuni cittadini brianzoli che hanno già ottenuto dal Tribunale di Monza il via libera per un piano di sovraindebitamento. Come la liquidazione controllata ottenuta dall’ex titolare di un’impresa che è riuscito a collezionare debiti per oltre 300mila euro dopo le difficoltà economiche e lavorative causate anche dalla pandemia, a cui si è aggiunta anche la separazione dalla moglie con l’assegno di mantenimento dei figli di 400 euro da pagare ogni mese. Ora l’uomo, il cui unico reddito è il reddito di cittadinanza, lavora nel bar della sorella in cambio di vitto e alloggio perché la sua casa è già stata messa in vendita all’asta giudiziaria.
Il piano di rientro dai debiti prevede che vengano venduti anche due altri piccoli immobili di sua proprietà e pure la sua auto, ora in fermo amministrativo.
Dovrà invece subire un prelievo ‘forzato’ di 560 euro al mese, oltre che mettere a disposizione la metà del suo trattamento di fine rapporto finora maturato, la dipendente pubblica che si è indebitata suo malgrado. La donna è riuscita a dimostrare l’assenza di dolo da parte sua, anzi nella documentazione presentata a corredo della sua richiesta di sovraindebitamento è chiaramente emerso che tutti i debiti li ha contratti per le garanzie a prestiti che l’ex coniuge le intimava di firmare per non incappare nelle sue reazioni violente.
A Monza anche il caso di un padre di famiglia licenziato che ha proposto di risolvere la propria situazione di indebitamento con banca e Erario - pari a 133mila euro - offrendo ai creditori la somma mensile di 350 euro per la durata di 36 mesi.
L’istituto della legge che i giudici hanno deciso di applicare in suo favore è quello della liquidazione controllata, che tra l’altro non richiede che la proposta del debitore ottenga il consenso dei creditori.
S.T.