
Crippa Quando decisero di chiuderlo, in stanze da 4 metri per 2 erano rinchiuse anche 4 persone per volta, stipate all’inverosimile....
CrippaQuando decisero di chiuderlo, in stanze da 4 metri per 2 erano rinchiuse anche 4 persone per volta, stipate all’inverosimile. C’erano detenuti in ogni angolo libero del vecchio edificio a due passi dal centro di Monza, persino nella stanza comune per vedere i film, l’infermeria era in condizioni tanto precarie che persino i medici protestavano. Del resto, quel vecchio edificio di via Mentana, ora in via di demolizione per farci case, era stato pensato per ospitare non più di 50 detenuti e negli anni bui del regime fascista ce ne erano finiti anche 200. E così quando nel 1984 venne inaugurata la nuova casa circondariale in via Sanquirico con più di 400 posti disponibili era parso finalmente di poter finalmente respirare un’aria più leggera. Oggi, la situazione si è capovolta nel disinteresse quasi generale e si è fatta di nuovo drammatica. La direttrice Cosima Buccoliero l’altro giorno ha accettato di andare a parlarne in consiglio comunale: oggi di detenuti ce ne sono 733, su 411 posti. Con un surplus dell’80 per cento in termini di sovraffollamento. In più gli agenti sono pochi (297), i detenuti con problemi di tossicodipendenza sono almeno 500, quelli con problemi psichiatrici 250 con la logica conseguenze di aggressioni e tensioni continue. E il lavoro, unica forma di riscatto e boccata di ossigeno per molti detenuti, spesso è una chimera.Si è parlato tanto delle condizioni in cui era detenuta la nostra ex concittadina Ilaria Salis in Ungheria o un po’ meno di quelle a Panama sofferte dal brianzolo Stefano Conti, decisamente peggiori (omicidi all’ordine del giorno, acqua una volta al dì, scarafaggi e sanguisughe come compagnia costante in celle sovraffollate). Ma poi ci si dimentica di Monza: è poi tanto meglio?Mancano le risorse per pagare gli educatori, tanto è vero uno che uno che ci lavorava da anni (il consigliere di opposizione Paolo Piffer) è stato appena tagliato dall’amministrazione comunale di Monza. Ma in fondo, a chi importa?