"Me lo ritrovavo sotto casa e dovevo andare a prelevare al bancomat per evitare di trovarmi la pistola puntata alla testa". A.P., tossicodipendente 60enne di Carate, sostiene che a furia di consegnare i 500 euro in contanti nel 2022 ne avrebbe sborsati più di 10mila al vicino di casa che lo riforniva di cocaina e hashish, L.M., 31enne, che ora si ritrova imputato di estorsione e spaccio di droga in un processo al Tribunale di Monza. Ieri i giudici hanno sentito in aula la testimonianza del 60enne. "La prima volta è entrato in casa mia, mi ha puntato la pistola addosso e mi ha scortato a prelevare - ha raccontato -. Nel dicembre 2021 era morta mia madre e avevo ereditato i suoi soldi. Dopo diversi prelievi, che ho fatto per paura delle sue minacce, ho spostato il conto in banca facendogli vedere che in quello precedente non avevo più soldi, ma lui se ne è accorto. Se mi rifiutavo di andare a prelevare mi minacciava e urlava in cortile, una volta mi ha preso il telefonino e per ridarmelo ha voluto 50 euro e poi mi ha rubato la bici per rivenderla".
La presunta estorsione sarebbe andata avanti fino al settembre 2022, quando il 60enne ha deciso di presentarsi dai carabinieri. "Quando mi ha detto che voleva 800 euro gli ho detto che l’avrei denunciato e mi sono rifugiato nella casa che era di mia madre - ha proseguito A.P. - Dopo la denuncia sono tornato nella casa di mia madre, che non aveva acqua, corrente e gas, finché i carabinieri non mi hanno detto che potevo rientrare nella mia abitazione". L’imputato nega le accuse. Nel suo appartamento i militari non hanno trovato alcuna pistola e alcuni vicini hanno negato di avere mai sentito litigi o urla. Si torna in aula a luglio.
Stefania Totaro