STEFANIA TOTARO
Cronaca

Centro sociale Foa Boccaccio in piazza a Monza: 800 euro di multa. “Non hanno preavvisato”

Due ragazzi del centro sociale monzese avevano rifiutato il decreto penale di condanna affrontando il processo. Assolta la seconda imputata

Una delle ultime manifestazioni del centro sociale Foa Boccaccio

Una delle ultime manifestazioni del centro sociale Foa Boccaccio

Monza, 30 Aprile 2024 – Un militante del centro sociale Foa Boccaccio condannato a 800 euro di pena pecuniaria e una militante assolta per il breve corteo del 27 settembre scorso ritenuto “non preavvisato” che aveva seguito l'assemblea pubblica sotto al municipio dopo il terzo sgombero in pochi mesi. 

È la sentenza decisa ieri mattina dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Gianluca Tenchio per i due ragazzi che si erano opposti al “decreto penale di condanna”. In occasione del procedimento giudiziario una rappresentanza di attivisti del centro sociale si sono riuniti in presidio davanti al Palazzo di giustizia di piazza Garibaldi e un gruppetto ha voluto seguire i militanti imputati fin dentro l'aula dopo avere ottenuto che l'udienza fosse aperta al pubblico.

“In questa giornata collettiva due compagni sono stati identificati come “promotori” del corteo “non preavvisato” - hanno fatto sapere dal Foa Boccaccio –. Nella nostra realtà autogestita non esistono organizzatori e promotori con ruoli ufficiali e definiti, ma la Polizia ha identificato due compagni che hanno ricevuto un “decreto penale di condanna”: un procedimento penale “veloce” per piccoli reati, che salta tutta la fase del processo e condanna direttamente i destinatari. Per chi lo vuole, è possibile ‘opporsi’ a questo decreto e chiedere un normale processo, con la possibilità di essere assolti, ma anche con il rischio di essere condannati a pene e spese più alte”, hanno scritto i ragazzi, annunciando di volere “rifiutare questo meccanismo, opponendoci ai decreti e affrontando le accuse in un normale processo”.

Hanno scelto il rito abbreviato e un militante è stato condannato a 7 giorni di arresto e 100 euro di ammenda, trasformati in 800 euro di pena pecuniaria, mentre la coimputata è stata assolta perché non risultava la prova del suo ruolo di organizzatore o promotore.