
Gli imputati negano l’accusa di estorsione. Il processo riprende a maggio
Un presunto triangolo amoroso con finale di estorsione: lui, lei, l’altro e nel mezzo un presunto credito di 600mila euro preteso con botte e minacce. Per questa vicenda, che avrebbe visto vittima un commerciante di abbigliamento 60enne del Milanese e ora a processo al tribunale di Monza, la pm monzese Emma Gambardella ha chiesto la condanna a 8 anni e mezzo di reclusione per la 50enne L.B., con cui l’uomo ha avuto una relazione sentimentale, e quella a 8 anni di reclusione ciascuno per il 40enne P.U., ex della donna, e P.T., un intermediario nella commissione dei reati contestati a vario titolo: estorsione, lesioni e violenza privata. Il commerciante si è costituito parte civile per ottenere un risarcimento dei danni. I fatti contestati risalgono al 2019 e avrebbero avuto il culmine a gennaio a un appuntamento in un hotel a Cavenago Brianza, a cui si erano presentati il commerciante e l’ex compagna, che avevano avuto anche degli affari in comune, rimasti in sospeso quando la donna aveva interrotto la relazione sentimentale perché chiedeva al 60enne di ufficializzare la loro storia d’amore. "C’era da sistemare la questione di una partita di merce da 150mila euro che L.B. mi aveva proposto di acquistare da un suo ex cliente, poi ho scoperto attraverso una società dell’ex P.U., quindi ho capito che loro due erano sempre stati in rapporti. Io avevo già piazzato parte della merce, ma era arrivata piena di difetti quindi avevo dovuto restituire i soldi ai clienti e volevo rientrare dal credito - ha raccontato il 60enne davanti ai giudici -. Abbiamo incontrato un presunto consulente, che poi ho scoperto essere P.T., ma poi sono entrati due uomini che si sono messi davanti alla porta per impedirmi di andarmene ed è arrivato P.U., che mi ha fatto cadere dalla sedia e mi ha riempito di calci e pugni. Mi hanno detto che dovevo coprire un debito di 600mila euro nei confronti di L.B. e mi hanno obbligato a firmare un documento per le prime due cambiali da 50mila euro ciascuna". Il 60enne era finito al pronto soccorso e aveva presentato la prima denuncia ai carabinieri, seguita da un’altra a luglio, quando era stato avvicinato e minacciato da due uomini, e da una terza denuncia a dicembre quando altri due uomini l’avrebbero costretto a mettersi alla guida della sua auto da Cuggiono fino a Magenta e minacciato, intimandogli di pagare entro 72 ore 200mila euro su un conto che corrispondeva a una società inglese dietro la quale risulterebbe il 40enne. Gli imputati negano l’accusa di estorsione. Si torna in aula a maggio per le arringhe dei loro difensori.