SERGIO GIANNI
Cronaca

Edoardo Redaelli, lo scrittore naif che racconta l’anima di Monza

La “sua” città è per lui spesso motivo di ispirazione. Lo è stato per i libri precedenti, lo sarà anche...

La “sua” città è per lui spesso motivo di ispirazione. Lo è stato per i libri precedenti, lo sarà anche...

La “sua” città è per lui spesso motivo di ispirazione. Lo è stato per i libri precedenti, lo sarà anche...

La “sua” città è per lui spesso motivo di ispirazione. Lo è stato per i libri precedenti, lo sarà anche per il quinto, ora in fase di elaborazione.

Per i primi quattro, intanto, Edoardo “Dino” Redaelli (foto), classe 1948, già dirigente d’impresa e consulente nel settore della qualità e dell’organizzazione aziendale, dovrà provvedere alla ristampa, perché sono andati esauriti. Una bella soddisfazione per uno scrittore naif (la definizione è sua), grande appassionato di cinema.

Un mondo, quest’ultimo, che ha pure conosciuto in presa diretta. Nel 1965, infatti, fu tra i tanti ragazzi monzesi che furono scritturati come comparse per il film Grand Prix, girato in Autodromo con la regia di John Frankenheimer.

Un ricordo che compare nel suo libro “Quelli della vasca”. Nel suo lavoro più recente, invece, si è ispirato alle vicende di chi negli anni Sessanta viveva nel complesso Ina Case di via Rota. Il libro si intitola “I palaffittuari”. L’autore nel romanzo descrive una realtà che ha conosciuto direttamente: nel complesso allora di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari (I.A.C.P.), in quel periodo soprannominato anche Case Fanfani, ci ha vissuto dal 1953 al 1978. Il titolo del libro significa il palazzo degli affittuari. C’era chi viveva in affitto e chi aveva un contratto di condominio. "Il mio – precisa Redaelli - è uno spaccato di vita cittadina".

L’utile della vendita del libro, così come per gli altri scritti e autoprodotti da Redaelli, verrà utilizzato per iniziative solidali. Il libro è disponibile su Amazon e nelle librerie monzesi.

Gianni Gresio