
Un fiore all’occhiello è anche la biblioteca rilanciata nel marzo del 2023: un servizio unico in Italia. All’avanguardia il rapporto tra l’istituto e l’Ufficio anagrafe per favorire il rilascio dei documenti.
Nonostante le criticità strutturali e la carenza di risorse, la direttrice della Casa circondariale di Monza, Cosima Buccoliero, e l’assessore al Welfare del Comune, Egidio Riva, hanno voluto accendere i riflettori su ciò che funziona nell’istituto penitenziario monzese. A partire dai percorsi di giustizia riparativa, che aprono spiragli di dialogo tra vittime e responsabili di reato, passando per i corsi di teatro, vera e propria palestra di cultura e consapevolezza. Non mancano le iniziative culturali, come Oltre i confini, un inserto giornalistico redatto interamente dai detenuti e recentemente trasformato in magazine, dove raccontano le proprie storie e il loro mondo emotivo. Elemento d’avanguardia del carcere monzese è anche il rapporto diretto tra l’istituto e l’ufficio anagrafe del Comune, che consente il rilascio della carta d’identità elettronica, facilitando l’accesso ai documenti necessari per regolarizzarsi e intraprendere percorsi lavorativi o sanitari. "Il carcere deve aprirsi alla città e la città deve saper entrare nel carcere", afferma l’assessore Riva. Una visione che ha già preso forma: grazie alle associazioni Le Crisalidi e Geniattori, i laboratori teatrali trovano spazio anche fuori dalle mura, sul palco del Binario 7. I Geniattori, con il loro progetto di compagnia teatrale composta da detenuti, hanno ricevuto da poco il prestigioso premio nazionale Maurizio Costanzo per lo spettacolo Senza Parole. Altro fiore all’occhiello è la biblioteca della casa circondariale, un servizio unico in Italia. Nel marzo 2023 è stata rilanciata, permettendo ai detenuti di prenotare i libri direttamente dal catalogo del sistema bibliotecario online e di assistere a rappresentazioni teatrali legate alla lettura, come accaduto con Il Barone Rampante di Calvino durante il Festival delle Storie. Sul fronte del reinserimento lavorativo, un ruolo centrale è svolto dal Progetto Sintesi 4.0, finanziato da Regione Lombardia con il supporto di Fondazione Cariplo.
Un’iniziativa che accompagna i detenuti e gli ex detenuti in un percorso personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo, offrendo supporto per la ricerca di lavoro, l’alloggio, l’accesso a servizi sanitari e corsi di formazione. "È un progetto prezioso ma fortemente sottofinanziato – ricorda Riva –. Le risorse sono limitate: 250mila euro per tutta la Brianza, adulti e minori inclusi. Serve uno sforzo condiviso di Stato e Provincia, non solo del Comune". Proprio in quest’ottica, a maggio si è aperto il lavoro per siglare un protocollo d’intesa tra carcere, Comune, Provincia e sindacati che preveda l’impegno provinciale, tramite l’agenzia Afol, a rafforzare le opportunità lavorative per i detenuti.
A.S.