CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Un ponte per la speranza. Arriva la Carovana Exodus

L’incontro alla Cascina Cantalupo con le madri in condizioni di fragilità. Presenti anche dodici artisti brasiliani che lavorano nelle favelas di Recife.

Alla Cascina Cantalupo di Monza ieri mattina ha fatto tappa la Carovana Exodus

Alla Cascina Cantalupo di Monza ieri mattina ha fatto tappa la Carovana Exodus

Il “mondo” si è incontrato a Cascina Cantalupo. Nella struttura monzese che ospita 22 mamme provenienti da storie complicate, con circa 40 minori, ieri ha fatto tappa la Carovana 40 di Fondazione Exodus, il progetto educativo itinerante, a cui aderiscono 12 ragazzi utenti delle Comunità Exodus, che ricorda il quarantesimo anniversario della Fondazione di Don Mazzi. La carovana è partita a staffetta dal Madagascar attraverso “Educatori senza frontiere”. Sarà in Italia per 4 mesi, pedalando dalla Lombardia fino alla Sicilia, e incontrando tutti i centri di Fondazione Exodus. Con loro, si sono dati appuntamento a Cascina Cantalupo anche il “Grupo Pé No Chao”, un collettivo di 12 artisti brasiliani che da anni lavora nelle favelas di Recife, utilizzando la danza, la musica e il teatro come strumenti per dare identità, radici e visibilità ai giovani “invisibili”. Hanno partecipato all’esperienza anche i ragazzi del liceo artistico Gandhi di Besana, che hanno vissuto una giornata all’insegna di accoglienza, arte, musica e impegno sociale. Uomini forti, bruciati dal sole e dalla vita, i partecipanti a Carovana 40 hanno incontrato le mamme di Cascina Cantalupo, anche loro con tante cicatrici da sanare. È stato un momento di scambio tra mondi che si assomigliano, nonostante la distanza geografica: le esperienze delle famiglie accolte nella cascina si sono intrecciate con quelle portate dai ragazzi brasiliani, testimoni di un’educazione possibile anche nei contesti più difficili.

"Arrivo dal carcere - racconta Omar - e sto facendo un percorso per diventare educatore Exodus". "La Carovana è un cammino individuale e di gruppo - spiega Marco Pagliuca, educatore della comunità Villadosia di Varese - in cui ci diamo degli obiettivi per superare le nostre fragilità". Al pomeriggio la Carovana si è spostata sul sagrato della chiesa di San Rocco per partecipare al laboratorio di danze afro-brasiliane, percussioni e capoeira. Ad affiancare gli artisti brasiliani anche l’esibizione live dei ragazzi del laboratorio musicale del Centro Educativo Spazio Tre. Risultato: una festa popolare, aperta a tutti, un piccolo esempio di comunità in movimento che danza, resiste e costruisce ponti tra fragilità e speranza. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Consorzio di cooperative EX.it (che gestisce Cascina Cantalupo e molte altre realtà assistenziali), unendo esperienze locali e internazionali in un unico cammino, fatto di ascolto, condivisione e trasformazione sociale.