DARIO CRIPPA
Cronaca

Nella “tonnara“ del carcere. Suicida un ragazzo di 29 anni

In una struttura sovraffollata e con temperature bollenti ha deciso di impiccarsi, inutili i soccorsi

In una struttura sovraffollata e con temperature bollenti ha deciso di impiccarsi, inutili i soccorsi

In una struttura sovraffollata e con temperature bollenti ha deciso di impiccarsi, inutili i soccorsi

Alla fine non ce l’ha fatta. È morto all’ospedale San Gerardo di Monza Boussahab Otmane, un marocchino di 29 anni: era ricoverato dopo essere stato trovato impiccato nella sua cella. Detenuto alla casa circondariale di via Sanquirico da un anno, arrivava dal carcere di Vigevano dove scontava una pena per furti e aveva problemi di droga. Detenuto problematico, pare avesse grossi problemi di adattamento alla vita carceraria, soprattutto con gli altri detenuti. Con cui spesso litigava ed era coinvolto in risse. Di recente era riuscito ad accedere al lavoro e la sua pena sarebbe terminata nel settembre del 2027. Non è bastato, nel pomeriggio dell’8 luglio il 29enne è stato trovato dagli agenti di polizia penitenziaria impiccato. Rianimato e portato d’urgenza al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Monza, è deceduto dopo tre giorni di agonia. L’ultimo suicidio in carcere a Monza risale a un anno fa, quando un detenuto straniero di 45 anni si era soffocato con un sacchetto di plastica.

Un altro detenuto di 22 anni tunisino si era ucciso l’anno prima, sempre d’estate (ad agosto) sottolineando i problemi strutturali di un carcere sovraffollato e bollente d’estate. Carente di assistenza sanitaria e psichiatrica. Come comunicato di recente in Consiglio comunale dalla direttrice Cosima Buccoliero e come approfondito dai sindacati (dalla Uilpa alla Cgil) nella struttura monzese sono detenute circa 730 persone a fronte di una capienza di 411 posti. A giugno si è toccata quota 750. Al carcere di Monza il sovraffollamento è quasi dell’80 per cento, il che significa che ci sono quasi 8 persone ogni 4 posti disponibili. Spazi ridotti e strapieni, il caldo insopportabile, tanto che in città sono state avviate raccolte fondi per dotare i detenuti di ventilatori. Circa 500 persone ristrette hanno problemi di tossicodipendenza, gli stranierei sono 347.

Gli episodi critici sono sempre più frequenti: 359 interventi disciplinari in sei mesi, 10 aggressioni, 29 oltraggi e violenze verbali, 71 colluttazioni, un incendio. Gli agenti di polizia penitenziaria troppo pochi: a fronte di un organico di 296 unità, in servizio effettivo ci sono 278 agenti. E “R-Estate in cella: il tema caldo del carcere” è il titolo dell’iniziativa che ha spinto l’altro giorno gli avvocati delle Camere penali del distretto di Corte di Appello di Milano-Lombardia occidentale (Busto Arsizio, Como-Lecco, Milano, Monza, Pavia, Sondrio, Varese) a montare sotto l’Arengario, nel cuore di Monza, la riproduzione di una cella. Con una domanda ai cittadini: cosa accadrebbe se vi rinchiudessero con altri in una cella di 4 metri per 2 che si trasforma in un forno in piena estate?