Ilaria Salis, oggi l’udienza-verità sui domiciliari. Da Zerocalcare a Cucchi, tutti con lei: "Riportiamola in Italia"

Il fumettista e una delegazione di parlamentari con i genitori della militante Il tribunale di Budapest decide sui domiciliari. "Lei non dirà una parola"

Ilaria Salis e il suo ingresso in aula (a destra). Era tirata da una guardia con una catena il cui uso in passato è stato condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo

Ilaria Salis e il suo ingresso in aula (a destra). Era tirata da una guardia con una catena il cui uso in passato è stato condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo

Monza -”Abbiamo già presentato alla Corte un’ampia documentazione per la richiesta dei domiciliari a Ilaria Salis. Oggi il giudice, all’udienza, dovrà decidere". Lo spiega l’avvocato ungherese dell’attivista in carcere a Budapest, Gyorgy Magyar. "Con l’udienza di oggi, il processo entra in fase istruttoria", ha precisato il legale.

In aula verrà sentito Zoltán Tóth, militante di estrema destra ungherese, aggredito il 10 febbraio del 2023 all’uscita di un ufficio postale, e due testimoni di quello che è il primo dei due episodi violenti a lei contestati. “Ilaria non farà alcuna dichiarazione: continua a dichiararsi innocente, respingendo le accuse della Procura", aggiunge l’avvocato. Il legale ungherese di Salis ha precisato che l’istanza per i domiciliari propone innanzitutto una dimora in Italia, richiamandosi alla decisione quadro del Consiglio Ue sulle misure alternative alla detenzione cautelare e, solo in secondo luogo, un’abitazione "sicura" a Budapest, affittata con "garanzie appropriate" e offrendo una cauzione di "40mila euro". "Il giudice rifiuterà quasi certamente i domiciliari in Italia – ha previsto Magyar – ma potrà accettare quelli a Budapest. Come potrà anche rifiutarli".

Tocca dunque al giudice ungherese Jozsef Sòs stabilire oggi – giovedì 28 marzo - il momentaneo destino di Ilaria, anche se la decisione farà da cartina di tornasole sull’azione del lavoro diplomatico italiano: se sia servito o meno ad ammorbidire l’intransigente fermezza del Governo ungherese. Ed è questo che preoccupa maggiormente Roberto Salis, padre della 39enne monzese rinchiusa da 13 mesi nel carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi Ucta, arrivato ieri con la moglie a Budapest. E "dopo tutto quello che è successo e dopo quanto si sono esposte, sarebbe imbarazzante per le istituzioni italiane se oggi le venissero negati i domiciliari", ha affermato con parole molto nette.

A sostenere la sua causa è presente anche una delegazione di parlamentari dell’opposizione, dal Pd al M5S, da Alleanza Verdi-Sinistra a Italia Viva, ma "è un peccato che ci siano solo loro perché un tema di diritti civili e di stato di diritto come questo andrebbe sostenuto da tutti". Ci sarà anche Michele Rech, alias Zerocalcare, che ha disegnato per Internazionale “il pozzo“ che Ilaria ha poi citato nel suo diario: "Un pozzo profondissimo", da cui la donna si chiede "se ci sia uscita".

La visita in carcere ieri è stata il primo impegno della giornata della famiglia Salis, che nel pomeriggio ha incontrato anche il disegnatore romano, assieme a Ilaria Cucchi e Nicola Fratoianni. Con nessuna forza politica, spiega comunque Roberto Salis, si è parlato di una possibile candidatura alle Europee: "Nessuno me l’ha proposto e non ne ho parlato con Ilaria, ora pensiamo ad avere i domiciliari". Nel frattempo nella capitale ungherese è arrivata anche Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, per "esprimere vicinanza a Ilaria e alla sua famiglia" e "per dire che i diritti dei detenuti vanno rispettati ovunque, specialmente all’interno dell’Unione europea". Parallelamente, in Italia, l’Anpi provinciale di Milano le ha espresso la sua piena solidarietà assegnandole la tessera ‘Amici dell’Anpi’.