STEFANIA TOTARO
Cronaca

Stella Boggio e il compagno ucciso con una coltellata: verso il processo senza “sconti”, la 33enne rischia l’ergastolo

Omicidio di Marco Magagna a Bovisio Masciago, la donna ancora agli arresti domiciliari: a settembre davanti alla Corte di Assise di Monza. Rito abbreviato impossibile data l’aggravante della relazione con la vittima

Stella Boggio e il compagno ucciso con una coltellata: verso il processo senza “sconti”, la 33enne rischia l’ergastolo

Bovisio Masciago (Monza Brianza), 7 Luglio 2025 - Sarà processata a metà settembre dalla Corte di Assise di Monza Stella Boggio, la 33enne di Bovisio Masciago che ha ucciso con una coltellata al petto il compagno 38enne Marco Magagna, impiegato di Arese, dopo l'ennesima lite avvenuta la notte dell'Epifania nella mansarda di lei dove i due vivevano a Bovisio Masciago.

STELLA BOGGIO 3
Marco Magagna e Stella Boggio

La Procura di Monza ha chiesto il giudizio immediato della donna, che si trova ancora agli arresti domiciliari e che è accusata di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva con la vittima, un'aggravante che prevede la condanna all'ergastolo e non rende possibile la richiesta di processo con il rito abbreviato per ottenere lo 'sconto' di un terzo sulla pena.

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Le posizioni

Stella Boggio dopo l'interrogatorio in seguito all'arresto è stata ritenuta "pericolosa" dal gip del Tribunale di Monza Marco Formentini ma comunque meritevole del riconoscimento della legittima difesa e degli arresti domiciliari a casa dei genitori.

Stella Boggio all'uscita dal tribunale dopo un interrogatorio (Radaelli)
Stella Boggio all'uscita dal tribunale dopo un interrogatorio (Radaelli)

La Procura di Monza è ricorsa al Tribunale del Riesame di Milano chiedendo che la 33enne tornasse in carcere ritenendo che ci fosse un dolo nel suo comportamento dovuto ad una grande sproporzione tra il pericolo che la donna correva nel momento in cui il compagno l'ha buttata a terra e il mezzo da lei utilizzato per reagire, ovvero rialzarsi per prendere un coltello dalla cucina e ferirlo con un unico colpo al centro del petto che gli è risultato fatale.

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I giudici della libertà milanesi hanno accolto la tesi della Procura, ritenendo però di confermare per la donna i domiciliari.