ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Al parco Valle Lambro, nuova antenna 5G: "Cittadini allarmati"

Scontro in Consiglio comunale sull’installazione del ripetitore

La futura installazione dell’antenna 5G sta creando diversi malumori tra i cittadini

La futura installazione dell’antenna 5G sta creando diversi malumori tra i cittadini

Monza – La futura installazione di una nuova antenna 5G all’interno del Parco della Valle del Lambro riaccende il dibattito sullo sviluppo delle infrastrutture per le telecomunicazioni in città. A sollevare la questione è stato il consigliere di Fratelli d’Italia Stefano Galli, che ha raccolto le preoccupazioni di una trentina di cittadini. "Mi hanno contattato segnalando timori per la vicinanza del prossimo impianto alle loro abitazioni – dichiara – e per il fatto che l’area, parte del Parco Lambro, dovrebbe essere tutelata anche per i rischi idrogeologici".

A rispondere, in Consiglio comunale, il vicesindaco e assessore al Patrimonio Egidio Longoni. "La legge prevede che le infrastrutture di pubblica utilità, come quelle per la telefonia mobile, possano essere installate ovunque, anche in aree protette", chiarisce, ricordando come già nel Parco di Monza siano presenti una quarantina di antenne. "Il punto è che se la spostiamo, si lamentano gli abitanti di un’altra zona - aggiunge -. E se il segnale non prendesse, sarebbero contenti i cittadini? Tecnicamente, quella è una postazione valida".

A dare ulteriori chiarimenti, l’assessore all’Urbanistica Marco Lamperti. "A Monza – spiega – ci sono oltre 80 antenne 5G, distribuite in modo capillare per garantire la copertura necessaria a una rete che ha caratteristiche tecniche molto diverse dalle precedenti. Le nuove antenne hanno un raggio d’azione ridotto, massimo 800 metri, e devono quindi essere posizionate in prossimità degli utenti". Una necessità che, secondo l’assessore, comporta un vantaggio in termini di salute pubblica. "È controintuitivo, ma più le antenne sono vicine, meno devono trasmettere in potenza – spiega –. In media, un cellulare in tasca emette da 20 a 100 volte più radiazioni di un’antenna distante 50 o 100 metri". Una preoccupazione, quella dei cittadini monzesi, comune a tutti i territori in cui stanno sorgendo le nuove stazioni 5G.