CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Litigano per un videogioco e si danno appuntamento in piazza: botte fra ragazzini di 12 anni

Contrapposti un gruppo di Brugherio e uno proveniente dal quartiere monzese Sant’Albino: la polizia locale pronta a organizzare pattuglie in bicicletta

Adolescenti difficili: si moltiplicano gli episodi di violenza in Brianza (Archivio)

Adolescenti difficili: si moltiplicano gli episodi di violenza in Brianza (Archivio)

Monza, 22 maggio 2025 – La polizia locale organizzerà una pattuglia di agenti in bicicletta per presidiare il quartiere Sant’Albino, come deterrente per baby gang e atti di vandalismo. Lo ha anticipato il vicecomandante Gerardo Esposito, intervenuto l’altra sera all’incontro a Sant’Albino sul tema del disagio giovanile, organizzato al centro civico dal Controllo di vicinato di Monza e Brianza.

A far scattare l’urgenza di un confronto sulle misure precauzionali e su possibili strategie educative ad ampio spettro, l’ultimo episodio: una lite per un videogioco da remoto tra due ragazzi di Monza Sant’Albino e di Brugherio, fra i 12 e i 13 anni. Da lì i due avrebbero convenuto per un incontro chiarificatore nella piazza davanti al centro civico. Ciascuno ci è arrivato con due amici ed è scoppiata la rissa.

Uno dei ragazzi monzesi è finito in pronto soccorso e i genitori hanno sporto denuncia. Il lunedì successivo alcuni giovani di Brugherio sono tornati ai giardinetti di via Guardini, intimando a tutti i ragazzi di non dire nulla di quello che era accaduto, ma a quel punto gli adulti presenti li hanno allontanati.

Il problema

Le bande di adolescenti che si ritrovano nelle piazze della città per bere, devastare, venire alle mani tra loro e con i passanti, sono ormai all’ordine del giorno. “Mi è capitato più volte di passare accanto ad alcuni gruppi che si ritrovano in piazza Duomo o sotto i portici del Comune – osserva l’assessore alla sicurezza Ambrogio Moccia – e i più sfrontati sono i piccolissimi dai 10 ai 13 anni”.

Traccia il quadro della situazione dottoressa Daniela Perla, coordinatrice tecnica dei servizi sociali di Monza che denuncia come il mancato assolvimento dell’obbligo scolastico si sia abbassato dai 14 anni, alla scuola primaria. “Ci stiamo attrezzando per capire come trattenere le condotte disfunzionali – spiega Perla – ma notiamo che le famiglie sono sempre più sole. Manca la rete di zii, nonni e vicini. I genitori lavorano, arrivano alla sera, si occupano delle necessità strettamente logistiche, ma i ragazzi sono da soli con in mano i social, senza la capacità di tradurre in valori quello che succede attorno a loro. Dal servizio tutela dei minori abbiamo in carico 650 ragazzi. Vedo coppie conflittuali, in fase di separazione che non riescono più a mettere i figli al centro. I ragazzi sono connessi, ma soli. È venuta a mancare anche la tradizionale alleanza genitori-insegnanti”.

L'aiuto

Sin dalle scuole primarie si evidenzia la necessità di un aiuto ai genitori sia per aiutare i bambini nei compiti, ma anche per stare con i bimbi nella crescita quotidiana, fra autonomia e regole.

Gli assistenti sociali si interrogano su quale sia la prima crepa del sistema che apre la strada ad aggressioni e atti vandalici. “Gli adolescenti non rispettano le regole – analizza Perla – e allo stesso tempo i genitori non vivono questo come un problema. Bisogna lavorare sulle criticità che poi diventano buchi: organizzare i compiti, il tempo libero e reinsegnare ai genitori a dire no e poi a cambiare marcia nella preadolescenza, impostando dialogo e spazi di autonomia, ma anche regole”.