Brugherio, incinta si gettò dal balcone a 22 anni: il marito non la spinse al suicidio

Verso l’archiviazione la morte di una ragazza egiziana: si sentiva in gabbia, ma secondo la Procura di Monza non ci sono prove che il coniuge l’abbia indotta al gesto estremo

Il dramma alle case Edilnord a Brugherio

Il dramma alle case Edilnord a Brugherio

Brugherio (Monza e Brianza) – Verso l’archiviazione le indagini sulla morte della ragazza di origine egiziana di 22 anni deceduta il 27 giugno scorso insieme al bambino che portava in grembo dopo essere precipitata dal balcone della sua abitazione. A chiedere di chiudere senza conseguenze il fascicolo aperto per l’ipotesi di istigazione al suicidio nei confronti del marito della giovane è la stessa Procura di Monza. La 22enne, al quinto mese di gravidanza, ha perso la vita cadendo dal secondo piano di una palazzina del complesso Edilnord, precipitando per oltre 10 metri. I carabinieri della Compagnia e del Nucleo investigativo di Monza hanno dapprima escluso che la ragazza fosse stata gettata giù dal balcone perché nell’appartamento e sul balcone da cui la 22enne è caduta non risultavano tracce di colluttazione. Si è quindi trattato di un gesto disperato e volontario, come emerso anche da alcune testimonianze, che però avevano parlato di rumori e di urla riconducibili a una lite in corso prima del tragico volo. In quel momento nell’abitazione si trovavano, oltre alla vittima, anche il marito e i parenti di lui.

C’era effettivamente stato un pesante litigio. Perché la 22enne, che in Egitto viveva con una certa libertà, una volta arrivata in Brianza si sarebbe ritrovata subito moglie e poi incinta, senza più potersi godere la giovinezza, anche a seguito delle regole imposte dalla sua famiglia e da quella del compagno. I messaggi inviati dalla ragazza ai parenti dimostrano che la 22enne si sentiva in gabbia, ma non ci sono prove che il marito l’abbia indotta a un gesto estremo.