“Papà perseguitato anche dopo la morte”. Cosa c’è dietro le lettera di Marina Berlusconi

L’attacco alla magistratura sullo sfondo dell’interminabile scontro tra giustizia e politica è un segnale di una possibile discesa in campo?

Silvio e Marina Berlusconi

Silvio e Marina Berlusconi

Milano, 17 luglio 2023 – La lettera in difesa di papà Silvio “perseguitato anche dopo la sua scomparsa con l’accusa più delirante, quella di mafiosità.”. L’attacco a certi pubblici ministeri che “partono da un teorema, per quanto strampalato, e a questo adattano la realtà dei fatti, anche stravolgendola, per dimostrare la fondatezza del teorema stesso”.

E quelle “intercettazioni utilizzate “per la condanna mediatica” sugli “organi di informazione amici”. Cosa ci dice la lettera che Marina Berlusconi ha inviato al Giornale, anch’esso peraltro organo “amico” di famiglia?

Un semplice messaggio ai vertici di Forza Italia prima e alla premier Meloni poi? O  addirittura il segnale di un’imminente discesa in politica della stessa presidente Fininvest o di uno degli eredi del Cavaliere? 

In effetti il tempismo sembra davvero perfetto nei giorni in cui la giustizia polarizza il dibattito con la stessa Giorgia Meloni a correggere il tiro (“ci sono altre priorità”) dopo le esternazioni del ministro della giustizia Carlo Nordio sull’ipotesi di revisione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Nella maggioranza è in atto una battaglia tra la posizione di Forza Italia che vorrebbe una revisione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa che ha colpito proprio esponenti di primo piano del partito, come l’ex presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro e prima ancora Marcello Dell’Utri.

Dall’altra invece Fratelli d’Italia, portatore di un messaggio più “giustizialista”. Sullo sfondo il 31° anniversario della strage di via D’Amelio (19 luglio 1992) con la premier che ha già chiarito le sue intenzioni - “Io non sono mai mancata e non mancherò nemmeno quest’anno” – e Salvatore Borsellino (fratello di Paolo) che alla vigilia della ricorrenza annuncia: “Non vogliamo avvoltoi in via D'Amelio, ipocriti che portino corone e onori fasulli. Ho giurato che non avrei più permesso simboli di morte e parole vuote laddove c’è l’Albero della pace voluto da mia madre”.  

L’ennesima conferma che su giustizia, rapporto tra magistratura e politica e lotta alla mafia l’Italia resta un Paese profondamente diviso.  

 

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