Elezioni europee, le scelte del Pd: Cecilia Strada capolista. Da Gori a Maran: le sfide. Variabile Salis a sinistra

Pisapia e Toia lasciano il seggio, sorpresa Zan. In lizza anche Fiano e Pizzul. Candidature bis per Benifei e Tinagli. Obiettivo: confermare 5 eurodeputati

Piefrancesco Maran

Piefrancesco Maran

Cecilia Strada capolista, dietro di lei un drappello di quindici nomi che avranno l’obiettivo di confermare i 5 seggi ottenuti nella circoscrizione Nord Ovest nel 2019 e cercare di arginare il pressing di Avs (Alleanza Verdi Sinistra) da sinistra e di Renzi e Calenda al centro. Il Pd ha scelto i candidati per le elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno: nella squadra messa in campo per la circoscrizione che comprende Lombardia, Piemonte, Liguria e Val d’Aosta, la vera sorpresa è rappresentata da Alessandro Zan. Il padre del disegno di legge contro l’omotransfobia è infatti candidato sia nella circoscrizione Nord Est che in quella Nord Ovest: un segnale di quanto la segretaria dem Elly Schlein tenga alla sua elezione.

I nomi per la sfida europea nella nostra regione sono, oltre a Cecilia Strada, gli eurodeputati uscenti Brando Benifei e Irene Tinagli, ai quali si aggiungono il già citato Zan, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ("So di dover studiare, ma lavorare non mi spaventa"), l’assessore milanese alla Casa Pierfrancesco Maran, il consigliere lombardo Fabio Pizzul, l’ex deputato Emanuele Fiano, l’ex assessora piemontese Antonella Parigi, la deputata (ex M5s e Avs) Eleonora Evi, Elena Accossato (segretaria piemontese dei Giovani Dem), l’ex deputato piemontese Davide Mattiello, la consigliera comunale di Milano Monica Romano, l’ex sindaco di Aosta Fulvio Centoz, la consigliera comunale di Genova Donatella Alfonso, Lucia Artuss e Luca Giaiè.

Parlando di numeri, un Pd attorno al 20% (secondo i sondaggi) potrebbe staccare cinque pass per Bruxelles come alle elezioni 2019. In pole c’è sicuramente Cecilia Strada. Il partito scommette poi sulle conferme degli uscenti Benifei (Liguria) e Tinagli (Piemonte). Dietro di loro, grazie alla spinta dei territori di riferimento, buone possibilità dovrebbero averle i campioni di preferenze Gori e Maran: il primo cittadino di Bergamo ha scelto come slogan "Un sindaco per l’Europa", mentre l’assessore milanese ha deciso di puntare su "ambiente, treni e qualità dell’aria".

I candidati dovranno però guardarsi anzitutto dalle altre liste di sinistra. Il numero di eletti dipenderà infatti da quanti partiti supereranno il 4%: sfondare quella soglia potrebbe abbassare la quota di seggi dem. Da valutare, in particolare, “l’effetto Salis“ su Avs. Gli ultimi sondaggi danno il partito di Fratoianni ancora lontano dal fatidico sbarramento: bisognerà quindi vedere quanto la scelta di candidare l’attivista brianzola detenuta in Ungheria potrà avvicinare (o meno) l’obiettivo.

Lo stesso discorso vale per Italia Viva di Matteo Renzi che punta sull’alleanza con +Europa di Emma Bonino e Azione di Carlo Calenda che invece correrà da solo.

Tra gli esclusi dalla contesa da segnalare la record woman di mandati Patrizia Toia che, salvo sorprese dell’ultima ora (all’elenco mancano ancora 4 nomi) chiuderà con tre giri a Bruxelles (nell’ultima aveva raccolto quasi 80mila preferenze) e Giuliano Pisapia che ha già annunciato il sostegno a Pierfrancesco Maran.

Dopo l’investitura, Cecilia Strada – che ha dedicato un pensiero social al padre Gino, morto nel 2021: proprio ieri avrebbe compiuto 76 anni – ha ringraziato Schlein per l’investitura: "Mi batterò per un’Europa che non si arrende alla guerra globale, ma si impegna a costruire la pace. Ho dato la disponibilità a candidarmi per farmi portatrice delle istanze che mi vedono impegnata da che ne ho memoria: contro ogni disuguaglianza, per la giustizia sociale e i diritti umani".

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