Coronavirus, scuole e locali: ecco le richieste della Regione

La Lombardia al Governo: lezioni a distanza per gli ultimi anni delle superiori e ristori alle attività colpite dalle limitazioni

Il governatore lombardo Attilio Fontana

Il governatore lombardo Attilio Fontana

Milano, 13 ottobre 2020 - Una certezza e tre richieste. Questo l’approccio con il quale il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel tardo pomeriggio di ieri si è confrontato con il Governo in vista del decreto nel quale lo stesso esecutivo disporrà misure per contenere la seconda ondata del contagio da Coronavirus. La certezza era arrivata già in mattinata: «Noi contrasteremo ogni ipotesi di un altro lockdown perché ho detto e ripetuto che il nostro Paese in questo momento non può permettersene un altro», ha fatto sapere Fontana da Linate, dove si è tenuta l’assemblea di Assolombarda. 

«Dovremo cercare di convivere col virus e chiedere ai cittadini di attenersi a quei comportamenti che sono stati prescritti, che sono sufficienti per contenere la diffusione – ha aggiunto il governatore –. Bisogna creare le condizioni, come ha detto il Presidente della Repubblica, per tutelare la salute ma anche l’economia». Parole proferite, come detto, prima dell’incontro nel quale il Governo ha illustrato le misure che con tutta probabilità compariranno nel decreto che sarà varato oggi. A tal proposito, sono tre le richieste evidenziate non solo da Fontana ma da tutti i presidenti di Regione.

La prima riguarda la scuola e i mezzi pubblici: si è chiesto al Governo di valutare il ritorno alla didattica a distanza per gli ultimi due anni delle scuole superiori in modo da alleggerire la pressione sui mezzi pubblici. Il punto è il seguente: le aziende di trasporto assicurano che le flotte sono utilizzate per intero, che non ci sono altri mezzi da mettere in strada. Per averne, soprattutto in superficie, occorre stanziare risorse per finanziare l’affidamento delle tratte a operatori privati che in questa fase hanno, invece, mezzi che viaggiano semivuoti. Il riferimento è, ad esempio, alle aziende del trasporto turistico. Ma queste risorse, per ora, il Governo non sembra poterle mettere.

La seconda richiesta di Fontana e dei governatori è prevedere ristori per le attività per le quali scatteranno le limitazioni, quali i ristoranti, i bar, le discoteche ma anche le palestre e chi lavora nello sport non professionistico: «Per un giudizio definitivo attendiamo la bozza del Dpcm – ha premesso ieri sera Fontana –. Ma le misure ipotizzate dal Governo, secondo quanto anticipatoci a voce dal presidente Giuseppe Conte e dai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia non possono essere applicate senza che l’esecutivo preveda una copertura economica per le attività che, penalizzate dalle nuove limitazioni, rischierebbero di chiudere per sempre. Se ciò non accadesse, questi comparti e i lavoratori degli stessi si troverebbero in ginocchio. Inaccettabile». Infine la terza richiesta, relativa a ristoranti, bar e pub. L’ipotesi del Governo è farli chiudere alle 24 e vietare già alle 21 il consumo all’esterno se il locale non ha dehors. Ipotesi che la Regione chiede di rivalutare perché ritenuta poco efficace.

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