MASSIMILIANO MINGOIA
Politica

M5S, riunione con Conte. Pavone in pole

Con fronto del leader grillino con gli eletti. L’ex premier vuole la manager come candidata sindaco. Ma Elena Sironi è la preferita dalla base

La manager Layla Pavone

La manager Layla Pavone

Milano - «La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia". Nel profilo Facebook di Laya Pavone si nota subito una citazione di Gandhi che sembra fatta apposta per comprendere il lungo tira e molla delle ultime settimane sulla candidatura a sindaco per Milano del Movimento Cinque Stelle. La Pavone, manager e consigliera d’amministrazione di Seif, la società editrice del Fatto Quotidiano , resta il nome in pole position come “frontwoman’’ grillina per le Comunali milanesi del 3-4 ottobre.​ Ieri pomeriggio si è svolta una riunione convocata dal presidente pentastellato ed ex premier Giuseppe Conte con le potenziali candidate e gli eletti sul territorio. Oltre alla Pavone, in corsa come candidata sindaco c’è la consigliera del Municipio 4 Elena Sironi, indicata dalla base grillina milanese. Conte ha affermato la sua preferenza per la Pavone, mentre la Sironi potrebbe essere la capolista grillina nella sfida per Palazzo Marino.

Uno schema a due punte che però non ha convinto tutti, tanto che la decisione finale non è stata ancora presa. Niente fumata bianca, almeno per ora. Ma autorevoli esponenti del Movimento pentastellato parlano di "riunione positiva" e "passo avanti importante"L’impressione è che le tradizionali dinamiche partecipative del Movimento si stiano scontrando con le valutazioni politiche più vecchio stile di Conte. Un contrasto che deve trovare una mediazione che possa tenere uniti i grillini e non produrre troppi malumori nella base “dura e pura’’. Impresa complicata. Il tempo, intanto, stringe. C’è tempo fino al 3 settembre per indicare il candidato sindaco e i candidati per il Consiglio comunale e per i nove Municipi. E poi resterà un mese per la campagna elettorale.

Al ballottaggio sul candidato sindaco targato M5S si è arrivati dopo una serie di "no" di Giuseppe Sala a un’alleanza con i grillini fin dal primo turno elettorale. La prima opzione dei pentastellati, infatti, sembrava quella di un accordo con il centrosinistra, una replica in chiave milanese del Governo giallorosso, il Conte 2. Ma il numero uno di Palazzo Marino non ne ha voluto sapere, anche per l’opposizione all’intesa da parte del Pd milanese e di Azione di Carlo Calenda. Lo schema di gioco scelto da Sala, dunque, è una coalizione di centrosinistra classica con un’eventuale apparentamento con il M5S al ballottaggio del 17-18 ottobre, se ci sarà. Una strategia per minimizzare il più possibile il peso dei grillini nella prossima amministrazione comunale milanese, in caso di vittoria del centrosinistra alle Comunali meneghine.

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