L’Arcidiocesi di Milano fa appello ai fedeli: "Votare è un diritto-dovere, perché il sogno europeo è un impegno cristiano"

Parole benedette da Mario Delpini, che firma l’introduzione al documento. Un messaggio contro "egosimi nazionali" e "rinascita di populismi" per rimarcare "i principi di solidarietà e sussidiarietà" alla base dell’Ue

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini

L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini

«Siamo tutti chiamati a ridestare il sogno europeo". Si conclude così "il testo-appello rivolto a tutte le comunità cristiane", in vista delle elezioni Europee dell’8 e 9 giugno, diramato dal Consiglio pastorale diocesano. Parole benedette da Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, che firma il cappello introduttivo al documento. Parole che vanno in direzione ostinata e contraria rispetto "agli egoismi nazionali" e, anzi, additano come un male da evitare "la rinascita di particolarismi, nazionalismi, populismi". Sembra una chiara presa di posizione contro quell’insofferenza all’Unione Europea e a certe sue politiche propria dei partiti e dei Governi sovranisti.

Nell’attuale congiuntura internazionale, l’imperativo della pace gioca inevitabilmente un ruolo centrale nel richiamo dell’Arcidiocesi a riscoprire la "casa comune europea". Ma c’è anche altro. E dal globale al locale, dall’agenda internazionale a quella di casa nostra, tutto si tiene in un’unica visione. Nel documento si affermano, infatti, la necessità e il valore di "un compiuto senso di laicità che consenta l’effettivo pluralismo di ogni espressione culturale e religiosa anche nello spazio pubblico": difficile non scorgervi un riferimento al caso del Consiglio d’Istituto della scuola “Iqbal Masih“ di Pioltello, che ha scelto di non far lezione in occasione del Ramadan, e alle polemiche che la scelta ha innescato. Si rimarcano, poi, temi tradizionalmente cari alla Chiesa, quali la "questione demografica", le "diseguaglianze da sanare", i "diritti da garantire", i "fenomeni migratori da affrontare insieme", l’"ambiente da tutelare", la "rivoluzione digitale da governare" e, di nuovo, "una politica estera di cooperazione e di pace sulla base del diritto internazionale".

Da qui l’appello alle comunità cristiane. "In gioco oggi c’è l’idea di Europa che desideriamo per il futuro – si legge nel testo del Consiglio pastorale diocesano –. L’Europa infatti è un processo aperto che chiama in causa il nostro protagonismo e anche il nostro contributo critico di fronte alle grandi sfide perché si possa costruire un’Europa coesa e maggiormente integrata. Le grandi transizioni in atto, che definiscono il cambiamento d’epoca che attraversiamo, chiedono la partecipazione e il contributo fattivo dei cristiani". "La comunità cristiana avverte la responsabilità di portare il proprio contributo a questo processo: è il patrimonio che va dai santi patroni dell’Europa ai padri fondatori, all’intero magistero della Chiesa, fino all’impegno quotidiano, motivato e coerente, di tanti credenti che si spendono nella società e nella politica. Un patrimonio da riscoprire, vivere e testimoniare. Un messaggio di fiducia e di speranza che ha accompagnato sin dagli esordi il cammino verso l’Europa unita, improntata ai principi di solidarietà e sussidiarietà".

«Come comunità cristiana – ecco le conclusioni – ci sentiamo chiamati a custodire e vivere nelle nostre realtà questo grande progetto assumendo alcuni impegni: costruire con tutti spazi di incontro e dialogo finalizzati alla edificazione del bene comune; organizzare incontri di conoscenza e approfondimento delle sfide che l’Europa ha di fronte a sé; valorizzare e rilanciare il dialogo ecumenico e interreligioso. In questo senso l’esercizio del diritto-dovere del voto è una esplicita espressione del nostro impegno e della nostra cura per la “casa comune” europea. Per questo l’8 e 9 giugno ci sentiamo chiamati e invitiamo a partecipare alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Siamo tutti chiamati a ridestare il sogno europeo".

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