Milano – Come accaduto in altre occasioni, è avvenuto uno scontro verbale tra il presidente del Senato Ignazio La Russa e i giornalisti presenti alla commemorazione per i 50 anni della morte di Sergio Ramelli, lo studente milanese ucciso nel 1975 da un gruppo di giovani di estrema sinistra legati ad Avanguardia Operaia, poi condannati negli anni Ottanta. Alla cerimonia era presente anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala.
La lite tra La Russa e i cronisti ha avuto luogo al termine dell’evento e ha riguardato la manifestazione che ogni anno diversi gruppi neofascisti organizzano in memoria di Ramelli, durante la quale va in atto anche il cosiddetto “appello del Camerata”: un leader chiama “attenti”, scandisce per tre volte il nome “Camerata Sergio Ramelli” e i partecipanti rispondono “presente” mentre esibiscono il saluto fascista a mano tesa. Quest’anno si prevede che all’incontro – dichiarato apologia del fascismo dalla Procura – parteciperanno almeno duemila militanti di estrema destra.
La domanda che innescherà la lite è la seguente: “Presidente del Senato, un messaggio per chi saluterà Ramelli con i saluti romani. Basta saluti romani oppure no?”.
“Ti sembra una domanda bella da fare? Lo chiedo cortesemente”, risponde La Russa
“È una domanda, presidente”, replica il giornalista.
“No – dice il presidente del Senato – la domanda è che significato ha oggi essere qui a ricordare a 50 anni di distanza Sergio Ramelli. Ha un senso di volontà contro ogni odio, contro ogni violenza e contro ogni strumentalizzazione, compresa la tua ultima domanda. Visto che qui non mi pare che ci siano stati segnali che ti possano preoccupare”.

“Non ci ha risposto scusi, la domanda è un’altra”, afferma il cronista.
“Non mi pare una cosa essenziale”.
“I saluti romani non sono una cosa essenziale quindi? Da presidente del Senato ce lo conferma?”.
“Vai via!”, attacca La Russa.
“Presidente però…”.
“Vai via!”.
“Mi scusi però il Governo diceva sobrietà”, attacca un altro giornalista.
“Fatemi passare”, chiede allora il senatore.
“Ci saranno 2.000 neofascisti... Chiamare camerata Ramelli non allontana la memoria collettiva?”, insiste un cronista.
“Ah è questo che ti interessa, non il ricordo di Ramelli. Non il fatto che siamo qui contro la violenza”.
“Ci mancherebbe presidente”.
“Questo ti interessa – replica ancora La Russa – e non il fatto che ci sono da due giorni di manifestazioni per la pacificazione. Ti interessa quante mani si alzeranno che noi non possiamo farci niente”.
“Ma è importante questo, presidente”.
“Sì ma non è la cosa più importante. La cosa importante è che non ci sia violenza. Mai”.
A questo punto inizia una fase concitata in cui La Russa sostiene che il giornalista abbia travisato le sue parole e, alla fine, dichiara: “Non voglio parlare dei saluti romani. Perché voglio parlare di Sergio Ramelli. Perché a te interessa parlare dei saluti romani, non del fatto che oggi diciamo no a ogni tipo di violenza. Possibile che non capisci la differenza? Possibile che vi fermiate sempre alla strumentalizzazione? Di una cosa su cui io non posso influire, cioè se fanno o non fanno il saluto romano”. Poi il presidente sale sull’auto blu accompagnato dalla scorta e si allontana.