ROBERTA RAMPINI
Economia

“Siae, niente stipendio e nessuna spiegazione”: scatta il presidio dei 700 lavoratori

L’impegno di accreditare le paghe di maggio non è stato mantenuto. Pontarollo (Fiom): “Fatto gravissimo, la proprietà faccia chiarezza”

Un presidio dei dipendenti Siae di Cologno Monzese

Un presidio dei dipendenti Siae di Cologno Monzese

Cologno Monzese  (Milano), 5 settembre 2025 –  L’impegno di accreditare lo stipendio arretrato di maggio entro il 4 settembre non è stato mantenuto e così, quella di ieri, è stata l’ennesima giornata di mobilitazione per 700 dipendenti della Siae Microelettronica e della Sm Optics Cologno Monzese

. “Giovedì scorso durante l’incontro in Municipio l’azienda si era impegnata a pagare entro oggi gli arretrati del mese di maggio, ma così non è stato e alla nostra richiesta di spiegazioni non si è nemmeno degnata di rispondere - dichiara Giorgio Pontarollo rappresentante sindacale della Fiom Cgil Milano - è un fatto gravissimo che si aggiunge alle incertezze sul futuro industriale e occupazionale. Attendiamo che la proprietà faccia chiarezza in sede istituzionale (ieri era in programma l’incontro al Ministero, nda). Ma intanto era importante dare una risposta e così è stato deciso un nuovo sciopero”. Alle quattordici i dipendenti hanno incrociato le braccia e fatto un presidio di protesta davanti ai cancelli. Non ce la facciamo più, ma io non sono rassegnato, bisogna trovare una soluzione per dare una svolta alla situazione - racconta Matteo, 58 anni, da 40 anni dipendente della Siae Microelettronica - quattro stipendi arretrati stanno diventando un problema per tutti.

Se poi ci sono marito e moglie che lavorano entrambi qui, gli stipendi arretrati diventano otto, non si arriva alla fine del mese. Ci sono colleghi che sono tornati a vivere dai genitori perché non riescono più a pagare l’affitto”. Chi ha figli racconta la fatica a pagare libri, materiale scolastico e rette universitarie. La rabbia è tanta e il sindacato teme che possano esserci tensioni in azienda, “avvertirò la Prefettura di Milano perché ho paura che la situazione possa diventare ancora più difficile“, continua il sindacalista. Stipendi arretrati ma non solo: è necessario con urgenza avviare un confronto e percorso concreto con tutte le istituzioni per la salvaguardia dell’azienda e dei posti di lavoro. Le parti sociali lo hanno ribadito l’altro giorno in Regione e ora attendono la convocazione al MiMit per ribadire la stessa richiesta anche al Governo.

“Servono un radicale cambio di governance e investimenti pubblici mirati per rilanciare questo gruppo industriale che ha ancora tutte le caratteristiche per rimanere realtà strategica nel settore delle telecomunicazioni”, conclude il sindacato. E intanto aspettano di sapere l’esito dell’incontro a Roma, tra azienda e Ministero.