
Bones, l'aquila abbattuta di Maurizio Cattelan, esposta all'ex oratorio di San Lupo a Bergamo
Bergamo – Dopo la sorpresa di venerdì mattina, provocata dalla presenza di una installazione - “One“ - sulla statua di Giuseppe Garibaldi alla rotonda dei Mille, nel cuore di Bergamo (un bambino sulle spalle dell’Eroe dei due mondi che con la mano destra mima una pistola), ieri è stata aperta ufficialmente Seasons, la mostra diffusa tra Città alta e città bassa di Maurizio Cattelan, uno dei più celebrati artisti contemporanei, proposta dalla Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo (Gamec) nell’ambito del programma “Il Biennale delle Orobie - Pensare come una montagna”.

Prima volta in città
Si tratta della prima rassegna di Cattelan a Bergamo. L’esposizione è composta da cinque opere ideate appositamente per quattro luoghi familiari e identitari della città, nei quali le idee dell’artista padovano, classe 1960, riescono ad innescare altrettanti cortocircuiti visivi e dell’immaginario collettivo.

Oltre a “One”, il piccolo sulle spalle di Garibaldi, che trasforma l’eroe in antieroe e il monumento in un contro-monumento, il pubblico potrà ammirare fino al 26 ottobre “November” al Palazzo della Ragione (Città Alta), scultura di un senzatetto disteso su una panchina, con i pantaloni slacciati, che si sta urinando addosso; “Bones” all’ex oratorio di San Lupo, un’aquila reale accasciata a terra come come un’eterna icona di sconfitta, sia dei valori imperiali che della sinergia tra uomo e natura. Alla sede della Gamec, invece, si trovano “Empire”, la parola incisa su un mattone intrappolato in una bottiglia di vetro e “No”, rielaborazione della discussa scultura di Cattelan che rappresenta Hitler inginocchiato in preghiera, il cui volto questa volta è occultato da un sacchetto di carta (scelta nata da una richiesta di censura in occasione di una mostra in Cina, ma che diventa il fulcro dell’opera).

Commenti
"La Gamec - spiega la presidente Simona Bonaldi - rinnova il proprio impegno nel promuovere un’idea di museo aperto, diffuso, capace di dialogare con il territorio e le sue comunità, di mettere in relazione arte contemporanea e identità locale". La presenza di Maurizio Cattelan, con la sua prima mostra in città, conferma l’approccio internazionale dato dalla direzione di Lorenzo Giousti", sottolinea invece Sergio Gandi, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo.
"Scommettere sull’arte contemporanea con un artista come Maurizio Cattelan - la chiosa della sindaca Elena Carnevali - significa scegliere il confronto, anche il dibattito, come parte integrante della crescita culturale di una città".
Cattelan, confermando il suo “divismo capriccioso” da artistar, non si è concesso ai giornalisti che attendevano qualche parola sulle sue opere.