
Rod Stewart, rocker scozzese
Assago (Milano) – Tutti in piedi per “Rod the Mod”, in scena domani al Forum con quel One Last Time Tour che di ultimativo ha solo il titolo, visto che lui ammette di avere ancora una strada davanti. “Questa per me sarà la fine dei tour mondiali su larga scala, ma non ho alcun desiderio di ritirarmi” ha spiegato nel post con cui ha annunciato il ritorno sulla strada. “Amo ciò che faccio e faccio ciò che amo. Sono in forma, ho una folta chioma e riesco a correre i 100 metri in 18 secondi alla bella età di 79 anni (che frattanto sono diventati - 80 ndr). Mi piacerebbe passare a un tour ‘Great American Songbook’, l’anno dopo ‘Swing Fever’, in locali più piccoli con maggiore intimità. Ma poi di nuovo, potrei non...”.
Sessantaquattro anni di concerti, trentadue album e un’avventura pop da 250 milioni di dischi venduti (quando i dischi si vendevano per davvero) fanno di Roderick David Stewart, come si chiama all’ anagrafe, un unicum del panorama musicale d’oltre Manica. Lo prova una scaletta a prova di bomba in cui, oltre a capisaldi come “Tonight I’m yours (don’t hurt me)”, “Tonight’s the night (gonna be alright)”, “Young turks”, “Maggie May”, “Baby James”, “Da ya think I’m sexy?” e la sempiterna “Hot legs”, non mancano cover trasformate dalla sua voce screziata in superhit come “It’s heartake” di Bonnie Tyler, “It takes two” di Marvin Gaye e Kim Weston (e chi se la dimentica la versione a due con Tina Turner nell’album “Vagabond heart”), “I don’t want to talk about it” dei Crazy Horse e naturalmente “Sailing” della Sutherland Brothers Band.
“Oh la la la” e “Stay with me” sono invece il tributo a quei Faces che Sir Rod (nominato cavaliere nel 2016 da Elisabetta II e investito con tanto di spada dal Principe William) si preparerebbe a far rivivere assieme Ron Wood, chitarra, e Kenny Jones, batteria, grazie ad una decina di inediti da riunire in un album il prossimo anno.
Tifoso impenitente del Celtic, che cita pure in “You’re in my heart (The final acclaim)” il rocker scozzese ha trascorso la vita tra palcoscenici, campi da calcio, altari e nursery, visti i tre matrimoni, lo stuolo di fidanzate glamour e gli otto figli. Ultimo sì quello alla statuaria Penny Lancaster, nel 2007 a Portofino, che gli ha dato due figli, Alastair e Aiden. Primo matrimonio con Alana Hamilton, durato dal ‘79 all’84, da cui sono nati Kimberley e Sean, a cui è seguito dal ‘90 al 2006 quello con Rachel Hunter, da cui sono arrivati Renée e Liam. Ma tra i due legami nuziali Rod ha avuto un’altra figlia, Ruby, dall’allora fidanzata Kelly Emberg. Un’altra figlia Stewart l’aveva avuta dalla primissima fidanzata Susannah “Sue” Boffey a soli 18 anni, Sarah Streeter. Come si evince dalla vita esuberante, un divo del pop con cui è difficile annoiarsi.