Quanto valgono i diritti streaming degli artisti? Poco o nulla. Lo studio della Cattolica

L’università, in collaborazione con Itsright, ha valutato che il 45 per cento del campione preso in esame non ha mai ricevuto nessun rendiconto

Una ragazza ascolta musica in streaming

Una ragazza ascolta musica in streaming

Milano, 16 febbraio 2024 – Il podio del Festival di Sanremo ha indubbiamente valore, ma nel mondo musicale di oggi, che non segue più la logica di “dischi venduti” fisicamente, pesano forse ancor di più le classifiche streaming, che stilano quali sono gli artisti più ascoltati sulle principali piattaforme di streaming.

Su tutti i partecipanti del Festival, Mahmood è il cantante che sta dominando le classifiche non solo nazionali ma anche oltre confine: ma quanto valgono i diritti streaming degli artisti? Secondo una ricerca realizzata dall'Università Cattolica del Sacro Cuore e Itsright, società che gestisce i diritti connessi di oltre 170mila artisti e musicisti, i diritti streaming valgono poco o nulla.

Quasi l’80% degli artisti non ricava nulla (o quasi nulla)

La ricerca, spiega l'Università, è stata realizzata attraverso un questionario mirato cui hanno aderito oltre 800 artisti, da cui è stato estratto un campione scientificamente rappresentativo di 300 artisti. Secondo i dati emersi, circa la metà del campione non è in grado di sostentarsi con la sola musica. E il 79,33% degli artisti dichiara di ricavare nulla o somme irrisorie dallo streaming.

In particolare la situazione è complessa a causa di alcuni fattori, tra cui l’inadeguatezza di tutele contrattuali rispetto ai diritti streaming, lo scarso accesso alla reportistica relativa alle performance delle proprie tracce e la generale sfiducia nella trasparenza delle case discografiche come intermediarie: tutto questo, sostiene lo studio, complica ulteriormente il “quadro di vulnerabilità dell'artista”.

Per quanto riguarda il rendiconto "emerge l'assenza di un'infrastruttura di reportistica chiara e condivisa. Il 45% del campione dichiara di non avere mai ricevuto rendiconti".

Le parole di Mario Biondi: “Artisti gli unici a non arricchirsi”

“Il futuro di prosperità e stabilità per gli artisti che promettevano le piattaforme di streaming, con il superamento della pirateria come primo canale di distribuzione musicale, sembra ancora lontano" ha commentato Matteo Tarantino, docente di Data, Communication & Society presso la Cattolica e responsabile scientifico della ricerca.

Il punto di vista dei soggetti presi in esame è stato esplicitato da Mario Biondi, artista ospite dell’evento di presentazione della ricerca, svoltosi in Università: “È evidente che il sistema così com'è non funziona perché gli artisti restano relegati al ruolo di comparse in un ecosistema che vede arricchirsi tutti tranne loro”.

Dalla voce di Itsright si è tenuto a precisare la bassa trasparenza delle case discografiche che non forniscono dettagli sui ricavi: “I discografici tergiversano negandoci i dati sui ricavi streaming, necessari per verificare l'adeguatezza dei compensi degli artisti. È necessario rendere il settore realmente sostenibile per tutti gli attori del processo", ha commentato Gianluigi Chiodaroli, presidente della società.