GIULIA BONEZZI
Cronaca

West Nile, prima vittima in Lombardia: un 90enne di Paderno Dugnano. Già malato, ricoverato da sei giorni

Dodicesimo caso, nove sono autoctoni. La Regione rassicura: “Dati in linea con i numeri degli anni precedenti”. Nel 2024 si registrarono tre decessi, nel 2023 furono 13 con 115 infettati

West Nile, prima vittima in Lombardia: un 90enne di Paderno Dugnano. Già malato, ricoverato da sei giorni

Milano – Il West Nile ha fatto una vittima anche in Lombardia, la prima dall’inizio dell’anno: un novantenne di Paderno Dugnano, già provato da patologie gravi, è morto domenica all’ospedale di Cinisello Balsamo, dov’era ricoverato da martedì 5 agosto. Ne ha dato notizia ieri la Direzione Welfare della Regione, aggiornando il bollettino del 2025 che, rispetto a una settimana fa, ha visto balzare da 3 a 12 le infezioni confermate da “virus del Nilo occidentale“ in Lombardia.

Il virus del West Nile in una provetta nel laboratorio per studiarlo
Il virus del West Nile in una provetta nel laboratorio per studiarlo

“In linea con le tendenze degli anni precedenti”, sottolineano dal Welfare. Fortunatamente, per ora, più con l’anno scorso (nove infezioni confermate al 12 agosto 2024), che si chiuse con 41 casi totali e tre decessi, che con il 2023 in cui era andata assai peggio: il 7 agosto si contavano già 18 infettati e il 14 erano arrivati a una trentina; quell’anno in Lombardia s’ammalarono in tutto 115 persone di West Nile, e 13 morirono. Lo storico racconta anche che sono agosto e settembre i mesi in cui il virus fa più contagi, in linea con la proliferazione del suo vettore, che è la zanzara culex, quella comune, mentre il serbatoio sono gli uccelli selvatici. Insomma, siamo appena entrati nel picco della stagione del West Nile.

Dei 12 casi sin qui confermati in Lombardia, fanno sapere dal Welfare, nove sono da considerare “autoctoni”, cioè originati entro i confini della regione e non riguardano persone che si sono contagiate altrove. Cinque infettati, poco meno della metà - anche questo è in linea con gli anni precedenti - hanno avuto la malattia nella forma più grave, cioè manifestando i sintomi neurologici. Tra loro c’è anche il novantenne morto a Cinisello. Altre quattro persone hanno scoperto di aver contratto il West Nile per i sintomi, ma in questi casi sono stati lievi.

Gli ultimi tre, asintomatici, sono donatori di sangue, intercettati grazie allo screening rigoroso che si estende anche alle donazioni di organi e scatta quando l’articolato sistema di sorveglianza conferma la circolazione del virus in una provincia attraverso il monitoraggio attivo delle zanzare e degli uccelli selvatici e i controlli sui cavalli (che sono, come gli esseri umani, ospiti “a fondo cieco” del virus, nel senso che non contribuiscono alla sua diffusione ma, quando manifestano i sintomi della malattia, ci fanno da “sentinella”).

Sono le regole per la sorveglianza integrata del West Nile e del suo parente Usutu (un altro virus che ha le stesse modalità di trasmissione e lo stesso serbatoio, ma è più raro e più pericoloso per gli uccelli, meno per noi), definite dal piano nazionale arbovirosi 2022-2025 la cui applicazione, in Lombardia, è coordinata dalla Direzione regionale Welfare e attuata dalle otto Agenzie di tutela della salute (le Ats), le autorità competenti sul territorio, con due laboratori di riferimento per la conferma delle diagnosi all’ospedale Sacco di Milano e al Policlinico San Matteo di Pavia e aggiornamenti settimanali pubblicati sul sito della Regione (anche se non in tempo reale).

“Continueremo a monitorare la situazione con attenzione e a prendere le misure necessarie per proteggere la salute dei cittadini - assicurano dal Welfare –. Si raccomanda alla popolazione di seguire le indicazioni di prevenzione, in particolare riguardo la protezione dalle punture di zanzare, e di collaborare”.