
Il ministro Schillaci in Senato sul focolaio che spaventa Lazio e Campania: "La situazione è sotto controllo, in Italia molti più contagi nel 2018 e nel 2022".
C’è un nuovo caso di West Nile in Lombardia: un uomo di 68 anni della provincia di Pavia, ricoverato in ospedale e affetto da diverse patologie gravi, è risultato positivo al virus del Nilo Occidentale. Con i casi della 38 enne enne milanese e della 66 enne pavese (solo la seconda delle due ricoverata, in condizioni non gravi) emersi la scorsa settimana, salgono così a tre i contagi registrati in regione dall’inizio del 2025. Numero confermato ieri dal ministro della Salute Orazio Schillaci durante l’informativa al Senato sulla situazione del virus che quest’estate sta creando allarme soprattutto nel Lazio, dove si concentrano 93 delle 145 infezioni sinora confermate in Italia, e in Campania che ha già contato sette dei 12 morti di West Nile nel 2025 (altri quattro decessi sono avvenuti nel Lazio e uno in Piemonte). Nell’Agro Pontino, la zona del principale focolaio, qualche comune oltre a procedere con disinfestazioni massive è arrivato a chiudere le fontane per asciugare un ambiente acquatico in cui le zanzare depongono le uova e a “vestire” di reti i rami degli alberi per renderli inospitali ai volatili.
Tra le otto regioni che hanno registrato malati, la Lombardia è al terzultimo posto, dopo la Campania con 24 casi, il Veneto con 14, il Piemonte e l’Emilia-Romagna con 4 ciascuna ed è seguita dalla Sardegna e dalla Puglia (2 e un caso complessivamente).
Il sistema di sorveglianza, che monitora la malattia anche nei cavalli (ospite "terminale" del virus come noi, che non contribuisce cioè alla sua diffusione) e la circolazione del WNv in maniera attiva negli uccelli selvatici, che ne sono il serbatoio, e nella zanzara comune che funge da vettore, ha individuato il West Nile in 37 province italiane, mentre dei 145 italiani risultati positivi 59 hanno sviluppato la malattia in forma invasiva, 75 l’hanno scoperta facendo le analisi dopo aver manifestato la febbre e 10 erano asintomatici e sono stati individuati con i rigidi controlli sui donatori di sangue.
"La situazione è sotto controllo, costantemente monitorata e in linea con gli anni precedenti", ha rassicurato il ministro Schillaci ricordando che ad esempio l’anno scorso, benché al 31 luglio in Italia si contassero 28 infettati dal West Nile e due morti, entro novembre il totale era salito a 484 casi con 36 decessi, e aggiungendo di "non ricordare allarmi mediatici nel 2018 e nel 2022", quando pure il nostro Paese contò, rispettivamente, nel complesso 618 malati con 49 morti e 728 infezioni con 51 decessi.
Quanto alla Lombardia, lo scorso anno, con 41 casi di West Nile confermati tra aprile e novembre (solo uno era d’importazione, più di metà è stata scoperta perché erano comparsi i sintomi neuro-invasivi) e tre decessi in tutto era andato molto megloi del 2023, quando tra le Alpi e il Po si contarono ben 115 infezioni - concentrate, come l’anno prima, per tre quarti tra le province di Milano, Lodi, Cremona e Mantova -, e di WNd morirono 13 lombardi.
Giulia Bonezzi