Refaat, violentatore spietato: ecco come ha adescato e colpito la giovane sul treno

Per il gip l’indagato ha agito con “premeditazione ed efferatezza”. Il rischio che potesse compiere altri abusi sessuali

Il presunto stupratore sul treno e, a destra, all'uscita dalla stazione Forlanini

Il presunto stupratore sul treno e, a destra, all'uscita dalla stazione Forlanini

Non il tremendo raptus di un predatore sessuale “occasionale” (se mai si possa essere occasionali quando si commettono certi reati), ma l’attacco quasi premeditato di un violentatore spietato. 

La convinzione del giudice

È così che il gip del tribunale di Milano inquadra l’azione di cui è accusato Refaat R., l’egiziano 36enne incensurato, presunto stupratore di una donna di 21 anni sul treno regionale Varese-Treviglio. Il giudice Lorenza Pasquinelli è il magistrato che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm Rosaria Stagnaro, titolare dell’inchiesta, nei confronti del pendolare.

A quanto si legge nel documento Refaat avrebbe agito con una “certa premeditazione ed efferatezza". A riprova di questa tesi c’è la ricostruzione dell’accaduto operata dal giudice. Il nordafricano, scrive Pasquinelli, "ha adescato la vittima in stazione, fingendosi dapprima interessato a fornirle indicazioni sulla destinazione del treno”, così come dichiarato dalla vittima agli inquirenti.

Successivamente Refaat avrebbe seguito “i suoi movimenti all'interno del vagone e infine invitandola a sedersi di fianco a lui, prima di aggredirla violentemente senza alcuna esitazione". 

Il rischio di repliche

Questa la sintesi dell’assalto, così come ricostruito dal gip che ha accolto la richiesta del pm, titolare delle indagini delegate alla squadra mobile e alla Polfer di Treviglio. Secondo il giudice, inoltre, il comportamento del 36enne risulta sostanzialmente allarmante" in quanto potrebbe ripetersi su "nuove e ulteriori vittime".

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