Violentata sul treno a Milano, il racconto della 21enne: “Il suo sguardo è cambiato, ho avuto paura”

La testimonianza resa dalla vittima del 36enne arrestato dalla Polizia dopo due settimane di indagini. L’aggressione è avvenuta in pieno giorno a bordo del passante verso Bergamo

Il presunto stupratore sul treno e, a destra, all'uscita dalla stazione Forlanini

Il presunto stupratore sul treno e, a destra, all'uscita dalla stazione Forlanini

Milano – "Ho visto cambiare il suo viso, mi sembrava che non mi ascoltasse più, ma che mi guardasse con un'attenzione diversa, il suo sguardo era diverso. Mi ha detto: ‘Perché non sei venuta qui prima?’. In quel momento, ho percepito che la situazione non era più normale, non mi sembrava più sicura, quindi ho cercato di alzarmi per andare via". Così Ambra (nome di fantasia), 21 anni, ha descritto alla polizia gli attimi immediatamente precedenti al momento in cui un uomo, che era con lei la mattina del 5 aprile scorso sull'ultimo vagone del treno suburbano S524531, l'ha aggredita, spingendola con violenza contro il finestrino e iniziando a palpeggiarla con insistenza nelle parti intime.

L’aggressore

Quell'uomo, stando alle indagini, è Ghit R., trentaseienne di origine egiziana residente in zona Dergano, riconosciuto dalla ragazza tra i volti di un album fotografico che gli è stato mostrato il 13 aprile dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Stefano Veronese. A lui, gli agenti sono arrivati analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza, riuscendo a ricostruire il suo tragitto prima e dopo l'aggressione sessuale.

Il film di quella mattina

Alle 10.11 è salito su un treno del Passante ferroviario alla stazione Lancetti (non lontano da casa sua), per scendere pochi minuti dopo a Garibaldi, dov'è avvenuto l'incontro casuale con la vittima. Alle 10.40, a raid concluso, è sceso alla fermata Forlanini, poco prima che i poliziotti della Polfer dessero l'ordine al macchinista di chiudere tutte le porte. Un occhio elettronico installato all'interno del convoglio ha anche ripreso le fasi dell'aggressione, seppur in maniera sfocata, confermando così il dettagliato racconto della ventunenne.

Le indagini

Dopo aver individuato il nome del possibile sospettato, anche grazie al software del riconoscimento facciale Sari in uso alla polizia, gli accertamenti sono andati avanti: dai controlli della Polfer nei sei mesi precedenti, è emerso che il trentaseienne era un frequentatore abituale delle tratte Pioltello-Novara e Varese-Treviglio; inoltre, le celle agganciate dal suo cellulare in quei minuti del 5 aprile sono compatibili con il percorso fatto dall'aggressore, che dopo essere sceso a Forlanini è stato ripreso da un'altra telecamera in zona Lambrate. Elementi che il gip Lorenza Pasquinelli ha ritenuto sufficienti per emettere un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, accogliendo la richiesta dell'aggiunto Maria Letizia Mannella e del pm Rosaria Stagnaro.

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