ANDREA GIANNI
Cronaca

Massacrata di botte perché abortisse: arrestato in Spagna marito aguzzino

Milano, il racconto choc della donna dopo anni di soprusi compreso anche il rapimento del figlio

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Le violenze sono iniziate nel 2017, quando la ragazza era ancora minorenne

Milano – La donna ha subito una delle aggressioni più gravi, in un incubo durato sei anni, quando era al quinto mese di gravidanza. Il marito, un giorno, l’ha picchiata “con calci su tutto il corpo per procurarle l’aborto, perché diceva che non voleva il bambino”. Quando è venuto alla luce il piccolo, nel 2019, le violenze sono proseguite. Botte, “controllo ossessivo del cellulare” e degli spostamenti, video di rapporti sessuali con altre donne inviati alla moglie per umiliarla.

“Era come essere in carcere”, ha spiegato agli inquirenti la vittima, una ragazza di 23 anni, che ha trovato la forza di ribellarsi. L’uomo, C.G., un piccolo imprenditore di 34 anni nato in Francia, è stato rintracciato in Spagna, dove si era rifugiato, e arrestato in esecuzione di un mandato d’arresto europeo. Le autorità spagnole hanno dato il via libera all’estradizione, e ora si trova nel carcere di Torino, difeso dagli avvocati Marco Lamantia e Valentina Miceli dell’Alta Scuola Estradizioni diretta dall’avvocato Alexandro Maria Tirelli, di cui sono assistenti: deve rispondere delle accuse di maltrattamenti in famiglia aggravati, violenza sessuale e anche sottrazione di minore.

Gli episodi sono ricostruiti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 7 marzo 2023 dal gip di Milano Angela Laura Minerva, che aveva accolto la richiesta della Procura. La vittima, originaria del Nicaragua e residente a Milano, dove vivono anche i suoi parenti, aveva conosciuto C.G. sui social quando era ancora minorenne. Nonostante i genitori si fossero opposti a quella relazione con un uomo di dieci anni più grande, la ragazza ha deciso di raggiungerlo in Provenza, iniziando una convivenza che si è trasformata in un incubo. Una vita nomade, con “estrema mobilità” e frequenti trasferimenti tra la Francia, Torino, Milano e il Nicaragua, dove l’uomo aveva anche aperto un negozio. Anni in cui la donna, secondo la Procura di Milano, è stata costretta a “vivere in un clima di paura mortificante e pregiudizievole per la sua integrità psicofisica” con un’unica tregua nel 2021, quando il marito è finito per un periodo in carcere per altri reati commessi in Francia. Per anni la vittima non ha chiesto aiuto, nascondendo i lividi, perché “terrorizzata dalla possibilità di essere espulsa e di perdere la custodia del bambino”.

Nel 2021 C.G. l’avrebbe anche aggredita con un coltello, provocandole due tagli sulla mano. Messaggi su WhatsApp con insulti e minacce: “Ti farò un’imboscata, ti romperò tutte le ossa e ti taglierà la faccia”. Violenze che avvenivano anche sotto gli occhi del bambino. Quando la donna, nel 2022, ha trovato la forza di lasciarlo e di rifugiarsi dai parenti a Milano, portando con sé il piccolo, il marito l’ha raggiunta. Ha strappato il figlio dalle sue braccia, secondo le drammatiche testimonianze raccolte dagli agenti del Nucleo tutela donne e minori della polizia locale, l’ha caricato sull’auto guidata da un complice e l’ha portato in Francia. Una sottrazione di minore durata alcuni giorni, terminata quando i carabinieri hanno rintracciato C.G. a Pinerolo e il piccolo è stato riaffidato alla madre. Le denunce della vittima sono ritenute dalla gip attendibili, e “nelle dichiarazioni non si ravvede alcun intento vendicativi e calunniatorio”. L’uomo avrebbe agito con “smisurata e incontrollabile efferatezza”: per sfuggire alla giustizia italiana si è rifugiato in Spagna, dove infine è stato arrestato ed estradato.