Renato Vallanzasca e il No ai domiciliari: il ricorso approda in Cassazione

Nel maggio scorso il Tribunale di sorveglianza ha respinto la richiesta di un differimento pena da parte dei leagli dell’ex bandito della Comasina

Renato Vallanzasca in tribunale a Milano (Archivio)
Renato Vallanzasca in tribunale a Milano (Archivio)

Milano, 14 settembre 2023 – La battaglia di Renato Vallanzasca, il bel Renè che negli anni ‘70 spadroneggiò nella Milano criminale fra rapine, sequestri e omicidi, approda in Casazione.

Vallanzasca, oggi 73enne, condannato a quattro ergastoli e 295 anni di carcere, sta tentando – insieme al suo team di avvocati – di ottenere un alleggerimento delle condizioni di detenzione, dato il suo stato di salute, segnato da precarietà e fragilità psichica

L’udienza 

È stata fissata per il 30 novembre l'udienza davanti alla Suprema corte, dopo che i suoi legali dell'ex bandito della Comasina, gli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi, hanno presentato ricorso contro la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano che, a fine maggio scorso, ha respinto la richiesta dei difensori di differimento pena, con detenzione domiciliare in una struttura adatta, per motivi di salute.

I legali avevano prodotto una consulenza firmata da tre neurologi, tra cui il professore Stefano Zago, e un medico legale per dimostrare che Vallanzasca da almeno quattro anni soffre di un decadimento cognitivo e che la detenzione in carcere sta aggravando le sue condizioni.

Lo stop dei giudici

I giudici milanesi, pur riconoscendo il decadimento cognitivo e il lento e progressivo aggravamento del quadro clinico, hanno stabilito che ci sono trattamenti di tipo conservativo e farmacologico e che il 73enne può essere, dunque, curato in carcere a Bollate. I giudici hanno respinto anche il differimento pena "cosiddetto umanitario" e la richiesta di una perizia medico legale.

La lettera dell’ex moglie

Anche l'ex moglie Antonella D'Agostino nei mesi scorsi ha chiesto in una lettera che venga curato fuori dal carcere e che non venga "umiliato" un uomo "ridotto a un'ombra" di se stesso.