ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Travolto e ucciso da un ubriaco, i genitori: “Non merita perdono. Valentino lassù ci chiede giustizia”

Rifiutato il patteggiamento a 4 anni di carcere a Bogdan Pasca, l’uomo che investito a morte Valentino Colia nel luglio 2023. Mamma Emilia e papà Raffaele: “Siamo una famiglia condannata all’ergastolo per il dolore”

Vaalentino Colia aveva 15 anni quando è stato ucciso da un autista ubriaco

Vaalentino Colia aveva 15 anni quando è stato ucciso da un autista ubriaco

“Lo so che non è una vittoria. La strada è ancora lunga. Ma quello di oggi è stato un primo passo verso la giustizia". È un misto di speranza e prudenza la reazione di Emilia, la mamma di Valentino Colia, alla decisione del gup di Milano di rigettare l’istanza di patteggiamento a 4 anni presentata dalla difesa dell’imputato e dal pm Mauro Clerici. "Incongrua la pena proposta", ha dichiarato il gup.

Mamma Emilia e papà Raffaele lo dicevano da giorni e ieri mattina in aula è stata accolta la loro richiesta. "La decisione è stata una giusta e di questo siamo contenti. In aula lui (l’investitore, ndr) ha chiesto perdono dicendo che è un padre di famiglia, ma come può essere un buon padre di famiglia uno che guidava ubriaco, che continua a sbagliare. Non possiamo credere alle sue scuse. Non può essere perdonato, siamo una famiglia condannata all’ergastolo per il dolore che ci ha procurato. Magari nell’aldilà se qualcuno lo vuole perdonare... ma su questa terra non ci può essere nessun sconto di pena per chi ha ucciso un ragazzo di 15 anni, i suoi sogni, la sua spensieratezza, i suoi primi amori".

Non è stato facile per i genitori di Vale incontrare l’imputato Bogdan Pasca. Di lui avevano un vago ricordo della notte dell’incidente mortale, il 17 luglio 2023. Quando è arrivato in aula, con le manette ai polsi, per loro è stato un tonfo al cuore. "Mi ha fissato dritto negli occhi, per molti istanti, come se volesse sfidarmi, ho sostenuto il suo sguardo forse voleva provocare una reazione da parte nostra – aggiunge la mamma – ma lui avrebbe dovuto vergognarsi, entrare con la testa bassa e non avrebbe nemmeno dovuto parlare".

La famiglia di Valentino non era sola. In aula c’era anche la famiglia della coetanea che quella sera era con Valentino in bici, anche lei è stata travolta dal fugone guidato da Pasca, riportando gravissimi traumi e da mesi, dopo tre interventi chirurgici, sta facendo riabilitazione. "Condividiamo il dolore enorme per quello che è successo quella sera", aggiunge Emilia.

Fuori dall’aula, invece, c’erano i compagni di classe e gli amici di Vale, molti con i loro genitori. Tutti indossavano una maglietta con il suo volto. "Sapevamo che sarebbero venuti, ma non immaginavo fossero così tanti. Erano tutti commossi. Sono rimasti in silenzio ad aspettare la decisione del giudice e poi quando è arrivata la notizia si sono abbracciati. Anch’io me li sono abbracciati tutti, uno a uno, mi hanno dato la forza di stare lì e di andare avanti. Anche in questi mesi ci sono stati sempre vicini". Ieri era il 9 febbraio, "e il nove - spiega la mamma- era il numero fortunato di Vale, era il numero della sua maglia di basket. Ci ha portato fortuna, Vale ci sta dicendo che vuole giustizia e noi andremo avanti".