
Il comitato degli acquirenti si è incontrato per fare il punto sulla situazione
Milano, 11 maggio 2025 – Per la prima volta le “famiglie sospese“, che hanno acquistato casa in complessi posti sotto sequestro, finiti al centro di inchieste o bloccati dagli uffici comunali, incontreranno la Procura.
Per martedì mattina è stato fissato infatti un incontro, a Palazzo di giustizia, fra una delegazione e la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, che con il pool di pm Petruzzella, Filippini e Clerici coordina le indagini della Gdf sulla gestione dell’urbanistica milanese. Saranno presenti, tra gli altri, acquirenti di appartamenti delle Residenze Lac in via Cancano o dello Scalo House in via Lepontina/Valtellina, due dei cantieri sequestrati nei mesi scorsi per presunti abusi edilizi. A chiedere l’incontro era stato il comitato, ottenendo la disponibilità della magistratura per un’interlocuzione.
L’istanza delle famiglie
“Alla Procura consegneremo un fascicolo con le nostre storie – spiega Filippo Maria Borsellino, portavoce del comitato – lo stesso che tempo fa abbiamo consegnato al sindaco Sala. Rispettiamo il lavoro dei pm, ma chiediamo una soluzione che sblocchi i cantieri perché sono in gioco le vite delle persone”. Una soluzione che, dopo l’incontro fra Comune e costruttori e le prove di dialogo fra Palazzo Marino e Procura, non sembra dietro l’angolo. Tra le famiglie sospese, che ieri si sono riunite in una sala della parrocchia di Sant’Ildefonso, con il passare del tempo cresce la preoccupazione.
“Siamo delusi perché il dialogo con il Comune, al di là di un primo incontro, non si è mai concretizzato – spiega Borsellino – e ci sentiamo abbandonati anche dai costruttori”.
Nei prossimi giorni una delegazione incontrerà anche i capigruppo dei partiti di maggioranza e opposizione, tornando a sollecitare il Consiglio comunale, perché “ci siamo resi conto che i tempi della politica non sono quelli delle famiglie”. A maggio, inoltre, potrebbero essere organizzate nuove iniziative di protesta: “Sarà un mese cruciale, in cui ci aspettiamo risposte concrete. Le nuove regole – sottolinea Borsellino – riguardano però il futuro, e non il presente drammatico che stiamo vivendo”.
Le nuove linee
Il riferimento è alle nuove linee di indirizzo approvate dalla Giunta, che stabiliscono meno discrezionalità e regole più rigide: il ricorso al Piano attuativo (e non più alla Scia) per gli interventi che prevedono il superamento dei 25 metri di altezza o una densità fondiaria superiore ai 3 mc/mq, e comunque nei casi di discostamento dalle norme morfologiche del Pgt. Una nuova linea che in sostanza raccoglie i rilievi mossi dalla Procura e anche dai giudici che hanno disposto i sequestri confermati dal Riesame, mentre le inchieste vanno avanti. Alcuni casi sono già finiti davanti al Tribunale con processi in corso, altri approderanno davanti al giudice per le indagini preliminari.
La prossima chiusura indagini, attesa per i prossimi giorni, dovrebbe riguardare l’inchiesta sulle Residenze Lac, in vista di una possibile richiesta di rinvio a giudizio per costruttori e progettisti, mentre si attendono le motivazioni della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso della società francese Nexity contro il sequestro del cantiere nella zona del Parco delle cave.
In questo scenario, gli acquirenti degli appartamenti che hanno già versato somme sostanziose (e in alcuni casi non riescono a ottenere la restituzione delle caparre per uscire dai progetti) chiedono risposte. “Siamo un po’ delusi e interdetti per l’esito del gruppo di lavoro del Comune – conclude Borsellino – perché sono stati bocciati dei progetti (come Via Savona) che continuano a condannare decine di famiglie in questo limbo infinito”. Il gruppo di lavoro, come ha raccontato il Giorno, nell’arco di un anno ha stoppato infatti 17 grossi progetti con “provvedimenti sospensivi o di diniego”. Operazioni che, per le loro caratteristiche, rischierebbero di finire al centro di indagini su presunti abusi edilizi.