Milano, 90enne uccisa in agriturismo: fermato un dipendente. "Omicidio per soldi"

L'uomo, un 22enne bulgaro, ha confessato nella notte: "Colpita con un barattolo di marmellata". Dopo il delitto,ha comprato alcolici ed è andato in discoteca

La polizia al Podere Ronchetto

La polizia al Podere Ronchetto

Milano, 6 gennaio 2020 - È uno dei dipendenti che lavorava al Podere Ronchetto, l'uomo fermato su disposizione del pm di Milano Gianluca Prisco, in relazione all'omicidio di Carla Quattri Bossi, 90 anni, trovata morta domenica in una cascina nella periferia sud della città.

L'uomo ha 22 anni e si chiama Dobrev Damian, di nazionalità bulgara. Il giovane lavorava e viveva nella cascina della vittima, dove è avvenuto il delitto. Nella notte ha confessato l'omicidio: "Non volevo ucciderla, ho avuto uno scatto di rabbia". L'uomo ha raccontato di avere chiesto all'anziana solo una piccola somma.  Al suo rifiuto, sarebbe esploso e avrebbe preso da una mensola un barattolo di marmellata che avrebbe poi usato per colpirla."L'ho uccisa perché non mi voleva dare le poche decine di euro che le avevo chiesto", avrebbe detto. Il barattolo è stato infatti trovato frantumato sul pavimento e con il tappo deformato.

Dai riscontri è emerso che il 22enne avrebbe portato via 150 euro, che ha speso subito comprando delle bottiglie di alcol e andando in discoteca. Ma anche monili (tra cui la vera nuziale della donna) che sono stati ritrovati poi in uno zaino, all'interno di un armadietto nella sua stanza. Sempre nella sua abitazione anche tracce di sangue, un'impronta di una scarpa compatibile con quelle presenti sulla scena del crimine e i vestiti che avrebbe indossato al momento del delitto, già in lavatrice. 

Dalle testimonianze dei familiari dell'anziana è emerso che nell'ultimo anno erano state sottratte alla contabilità dell'agriturismo delle modeste somme. Episodi a cui non si era data molta importanza pensando che si trattasse di denaro smarrito per distrazione o di errori di conto. Il giovane bulgaro risiedeva nella cascina nell'ambito di un progetto di integrazione, sovvenzionato dal Comune di Milano, riservato a ragazzi in difficoltà, rimasti senza famiglia. Gli venivano garantiti vitto e alloggio oltre a piccole quantità di soldi per i lavori che svolgeva. Le indagini sono coordinate dal pm Gianluca Prisco e dal procuratore aggiunto Laura Pedio. 

La 90enne era stata trovata ieri mattina poco prima delle 10, dalla segretaria del Podere. La vittima era in camera da letto, vestita da giorno, coi polsi legati da una striscia di stoffa e uno straccio, o un asciugamano, avvolto intorno alla testa. Il corpo sarebbe stato trascinato da un’altra stanza del piccolo appartamento a pianterreno della cascina gialla dove l’anziana viveva. La morte, in base ai primi accertamenti del medico legale, risalirebbe alla tarda serata. Sul tavolo c’era un piatto, la casa era a soqquadro. Non c’erano segni d’effrazione sulla porta – un portoncino, che Carla chiudeva solo quando andava a letto –, e il cancello principale, sorvegliato da una telecamerina che non produce immagini e fermato da un catenaccio, resta chiuso dalle 23 circa sino a mattina, salvo uscite straordinarie che sabato notte, a quanto si apprende, non ci sono state. Nel Borgo i Bossi sono sempre stati considerati "brave persone": il compianto Nino, la signora Carla e i loro quattro figli, due femmine e due maschi, uno dei quali, agronomo, gestisce il Podere Ronchetto che al momento è in parte in ristrutturazione e ha all’interno un’area di sosta per i camper. 

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